venerdì 29 dicembre 2023

 


Prepariamo le condizioni per la guerra di classe

Siamo in stato di guerra.  Siamo su un piano inclinato di terza guerra mondiale.

Il capitalismo avvitato in una crisi generale di ampiezza storica, di sovrapproduzione di capitale, ci ha ormai sprofondato nella sua spirale che porta alle distruzioni immani di cui ha bisogno per rilanciarsi: il capitalismo è distruttivo per sua natura propria, per le sue leggi interne.  E altro suo carattere è quello imperialistico che lo porta a ricorrenti guerre  per una nuova spartizione del mondo.  L’accanimento guerrafondaio e invasore della Nato viene da lontano, la guerra in Ucraina è solo l’ultimo atto,  fomentata con il golpe del 2014. Ma ovunque agisce così, e ovunque si creano focolai di scontro con gli imperialismi concorrenti.

Le ricadute sociali, economiche interne le conosciamo anche bene. In sintesi, creano uno stato di emergenza continuo, così aggravando a ogni tornante: impoverimento di massa, sfruttamento omicida sul lavoro, regime di segregazione per gli immigrati, riduzione di ogni protesta a questione di ordine pubblico, quindi repressione  e controllo sociale pervasivi.  Quello che si può definire il fronte interno dello stato di guerra, permanente.                    Dall’emergenza covid in poi si diffonde la percezione di tutto ciò, seppur in forme iniziali,talvolta confuse. La percezione di essere manipolati, intruppati, di sentirsi imporre una rete di controllo (in particolare tecnologico digitale), di essere sempre meno “liberi” e sempre più sfruttati, preparandoci al sacrificio estremo..

Questo vogliamo evidenziare per capire che prospettiva possiamo darci.  Il pacifismo è sempre stato ingannevole perché non va alle cause del problema, e poi per quale pace lottare? “La guerra nasce dalla loro pace come il figlio dalla madre (..) La loro guerra distrugge ciò che alla loro pace è sopravvissuto”(B. Brecht).                                                    Per contro ci sono anche  guerre giuste, necessarie: forse che dal nazismo, dal colonialismo, dallo schiavismo ci si è liberati con le civili proteste?  Così sui fronti attuali di resistenza alle nuove forme della stessa oppressione imperialista, ciò avviene armi alla mano e costruendo l’alternativa possibile di una autentica liberazione sociale.

Così l’offensiva della Resistenza Palestinese che, con incredibile efficacia, è riuscita a scardinare i reticolati del lager di Gaza e a portare un attacco devastante a Israele, alla sua protervia militaresca.  Così le forze Kurde e Internazionaliste che tengono testa al fascismo turco, alle sue feroci aggressioni che, in questi mesi hanno assunto le dimensioni di guerra dispiegata.  Nei due casi, poi, è la Nato la centrale strategica del dominio neocoloniale in tutto il Medio Oriente.

Come SRI ci siamo formati in solidarietà ai/alle prigionieri/e espressione di lotta rivoluzionaria, passata e presente. In Italia ce ne sono incarcerati addirittura da più di 40 anni, ed alcuni sottoposti al regime tortura del 41bis. Come i più noti, Alfredo Cospito e Nadia Lioce, resistono proprio perché rivendicano e rappresentano la tendenza proletaria alla guerra rivoluzionaria.  Sostenere questi/e prigionieri/e significa sostenere il senso della loro militanza, assumere dentro i nuovi movimenti le acquisizioni dei precedenti, e degli attuali, cicli di lotta. Fra cui, ovviamente, l’internazionalismo militante è di primaria importanza!

Inutile disperdersi su obbiettivi illusori, non fermeremo mai nessuna delle loro guerre, non ci sarà mai un nuovo ordine armonioso “multipolare”.  L’unica prospettiva è quella storica “trasformare la guerra dei padroni in guerra contro i padroni”. Quella che ha aperto la strada alle rivoluzioni e alle liberazioni. Certo, oggi sembra lontana in situazioni come la nostra, ma possiamo orientare le nostre lotte, la nostra costruzione di forze in quella prospettiva.  Creando solidarietà e fronti di lotta comuni, e oltre le frontiere, sviluppando le pratiche conflittuali adeguate.

L’IMPERIALISMO È LA PRIGIONE DEI POPOLI!                                                                             LA SOLIDARIETA’ È L’ARMA DEGLI OPPRESSI!                                                                      LOTTA DI CLASSE  RIVOLUZIONE!       

Ghedi 21 ottobre 2023

Proletari Torinesi – SRI (idem su fb)                                                                             Collettivo Contro la Repressione per un Soccorso Rosso Internazionale – ccrsri.org

 

 

 

 

 

 

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