sabato 31 dicembre 2022

 31 dicembre, ancora una manifestazione oggi contro il 41bis e per  il compagno Alfredo Cospito. 72 giorni di sciopero della fame, due mesi e mezzo di mobilitazione crescente che, finalmente, hanno bucato la cappa di piombo che grava su questo inferno carcerario, sotto cui il potere vorrebbe schiacciare, annientare militanti rivoluzionari/e e una consistente parte di detenuti mostrificati ad arte, usati come caprio espiatorio sociale.  Il compagno Alfredo ha deciso sin dall'inizio di dare alla sua lotta un carattere generale, offerta alla causa comune sia di lotta contro "queste abominazioni repressive dello Stato" - regime 41bis e ergastolo ostativo (cioè effettivo) - sia di contributo alla lotta rivoluzionaria. Non è stata cioè una scelta dettata da disperazione, una suicidaria rinuncia alla vita (come sempre il potere mistifica queste scelte), bensi un atto di resistenza e di libertà al massimo livello possibile.  E proprio questa determinazione, questo coraggio, questa generosità rivolta a tutti gli/le oppressi/e dalla repressione e al movimento rivoluzionario nel loro insieme, ha fatto si che si estendesse una solidarietà notevole, che attorno all'area anarchica si aggregassero altri settori militanti, che tutti insieme ci si sia fatti carico di una mobilitazione continua e intensa.  Si è capita l'importanza della posta in gioco.  Che non è solo il 41bis ma tutta la repressione antiproletaria e controrivoluzionaria in atto, da molti anni sempre piu' pesante. Dalla blindatura di tutte le manifestazioni e scioperi autentici, all'arresto per reati associativi come l'"associazione a delinquere" verso comitati di lotta e sindacati di base, la trasformazione dello sciopero in delitti come l'"estorsione", "violenza privata", fino al famigerato articolo del codice fascista "devastazione e saccheggio" (imputazione certo appropriata per capitalismo e imperialismo!), fino alle violenze poliziesche sistematiche nelle carceri (la strage di 14 detenuti in rivolta nel marzo 2020, nei cpr e lager italo-libici, contro operai/e e studenti, ecc. Lottare contro il 41bis e l'ergastolo ostativo vuol dire resistere sulla barricata piu' avanzata, vuol dire contrastare, magari far arretrare la macchina repressiva nel suo insieme.  E vuol dire costruire, sviluppare legami solidali fra componenti proletarie e rivoluzionarie, la cosa piu' preziosa per i tempi a venire!  

IMPEDIAMO L'ASSASSINIO DEL COMPAGNO ALFREDO COSPITO!

CHIUDERE LE SEZIONI 41bis! ABOLIRE L'ERGASTOLO OSTATIVO!

FRONTE UNITO DI CLASSE CONTRO TUTTE LE REPRESSIONI!


Pubblichiamo di seguito qualche documento significativo dei passaggi di questa vicenda. Quello che segue è frutto di una convergenza fra il SRI e alcuni Collettivi di quartieri romani e Viterbo, alcuni di provenienza storica dall'Autonomia Operaia, e comunque comunisti. Questo proprio a testimoniare la buona unità di Fronte che si sviluppa insieme al movimento anarchico.  La manifestazione del 17 dicembre fu un successo in quanto la nostra mobilitazione entro' a pieno titolo in quella giornata di sciopero e manifestazione dei sindacati di base.  Strade e muri ne portarono i segni (fra cui il nostro manifesto).

IMPEDIAMO L’ASSASSINIO DEL COMPAGNO ALFREDO COSPITO!

CHIUSURA DELLE SEZIONI CARCERARIE 41bis PER TUTTI/E!

La battaglia ingaggiata dal compagno anarchico Alfredo Cospito ha dato avvio ad una mobilitazione di notevoli proporzioni, e a livello internazionale. La sua è stata una dichiarazione di sciopero a oltranza, fino alla morte. Proprio perché militante rivoluzionario che ama la vita e la libertà, di fronte a questa totale negazione di vita che gli viene imposta con il regime carcerario 41bis, ha deciso di portare la lotta fino all’estremo. Facendone una battaglia per tutti/e, per la causa comune, contro la barbarie di Stato, contro la repressione sotto tutte le sue forme, e per la lotta rivoluzionaria. Una lotta cui ha continuato a contribuire con determinazione pure in questi 10 anni di prigionia già nelle sezioni di alta sicurezza. Ora si sono uniti in questo sciopero della fame altri prigionieri/e anarchici/e: Ivan Alocco, Anna Beniamino, e Juan Sorroche (che ha smesso dopo un mese).

Egualmente i/le prigionieri/e delle Brigate Rosse-PCC da 17 anni resistono in questo feroce regime detentivo, rifiutando la resa e la collaborazione che lo Stato vuole estorcere. Nadia Lioce, Roberto Morandi, Marco Mezzasalma, mentre Diana Blefari è stata “suicidata” nel 2009. Infliggere sofferenza per ricattare e ottenere un risultato è esattamente questa la definizione di tortura. Dai tempi della “santa Inquisizione”! E altri/e 16 militanti delle BR sono ancora in sezioni di “alta sicurezza” da 40 anni, sempre perché rifiutano la resa! Questo è quello che avviene nelle carceri italiane. E qui vogliamo soprattutto dire quanto è grande e generosa la resistenza di questi/e prigionieri/e: con la loro vita difendono l’idea rivoluzionaria, sostengono la possibilità e la necessità della rivoluzione nell’interesse di tutto il movimento di classe, del proletariato, dei popoli oppressi. Sono dei combattenti, parte viva e pulsante della tendenza alla liberazione sociale, dalle catene di questo immondo sistema di sfruttamento.

L’escalation repressiva, messa in atto dai governi successivi, arriva al parossismo ora che ci hanno trascinato pure nella spirale di guerre imperialiste. Dall’Ucraina al Medio Oriente, all’Africa, i predoni di sempre, cioè le potenze imperialiste associate nella Nato, invadono, devastano, saccheggiano. E criminalizzano ogni popolo o movimento che resista al loro imperialismo, denigrandoli, mostrificandoli. All’interno operano con lo stesso metodo, siamo arrivati al punto che dei sindacati di base e i comitati di lotta per la casa vengono accusati di essere “associazioni a delinquere” e gli scioperi da loro condotti o le azioni di solidarietà trasformati in reato di “estorsione”! Mentre gruppi rivoluzionari e movimenti di resistenza (come il Notav o i migranti) vengono continuamente minacciati con l’imputazione di “terrorismo”.

La storia ha dimostrato, e dimostra, che le stragi, il terrorismo sono praticati dagli Stati, è nella loro logica di dominio, sociale e coloniale. I movimenti rivoluzionari proletari, invece, praticano la lotta armata contro le istituzioni dominanti e le elite dello sfruttamento. E così è nel caso degli anarchici oggi al centro di questo accanimento repressivo. Vengono accusati di “strage politica” per delle azioni di danneggiamento di strutture statali, senza il minimo ferimento. Condannati per ciò dallo Stato che le stragi le ha fatte davvero, causando la maggior parte di morti e feriti degli “anni di piombo”(stazione di Bologna, ecc) e, naturalmente, nella completa impunità dei suoi sgherri e generali.

Al di là delle differenze, non si tratta di parteggiare per la Federazione Anarchica Informale o per le Brigate Rosse, dobbiamo riconoscere che esse sono parte viva e coraggiosa del nostro campo proletario. La lotta rivoluzionaria sarà sempre necessaria, pur con tempi e modi diversi, per arrivare all’orizzonte della liberazione sociale, scardinando le catene di questo sistema marcio e criminale. Quindi solidarietà a tutti/e resistenti/e colpiti dalla repressione e così ai/alle rivoluzionari/e sottoposti a quella più feroce del 41bis e dell’ergastolo ostativo (effettivo). Da settimane le iniziative solidali sono moltissime, in tante città, anche europee e nel mondo. Infatti la portata di questa lotta è pure internazionalista, collegandosi ad altre lotte in corso da parte di prigionieri rivoluzionari, dalla Grecia alla Turchia, dall’Egitto all’India, e altre ancora. Al loro imperialismo opponiamo il nostro Internazionalismo!

Partecipiamo a questa settimana decisiva per le nuove sentenze contro Alfredo Cospito e prepariamo una scadenza internazionale il sabato 17 dicembre

FRONTE UNITO DI CLASSE CONTRO TUTTE LE REPRESSIONI! SOLIDARIETA’INTERNAZIONALE PER LA RIVOLUZIONE!

Soccorso Rosso Internazionale - Comitato di Lotta Quadraro/Nido di Vespe -        Comitato di Lotta Villa Gordiani - Comitato di Lotta Viterbo -                                          Classe contro Classe 

3 dicembre 2022






Riportiamo ancora un post pubblicato in pagina fb su questa data capitale per lo scontro di classe in Italia.  Un significato pienamente in corso nelle vicende attuali. 

12 dicembre, il terrorismo di Stato!

Questa data è ormai scolpita nella Storia a rappresentare ciò di cui la classe dominante e il suo Stato sono capaci pur di perpetuare il proprio potere. La strage di pazza Fontana, 16 morti, e l’assassinio in questura del compagno Giuseppe Pinelli , nonché il linciaggio mediatico e l’incarcerazione per alcuni anni di Pietro Valpreda e altri anarchici. Il tutto orchestrato, ai più alti piani, da ufficiali dei corpi repressivi e magistrati, sotto la direzione della cupola democristiana e dei loro padrini, NATO e CIA. I fascisti, esecutori finali, gli utili idioti da scaricare al caso necessario (ma anche essi beneficeranno di ampi margini di impunità e trattamenti carcerari molto blandi).

E mentre questo scenario di guerra interna verrà replicato tante volte lungo tutto il ciclo di scontro di classe degli anni70/80 , sempre nella più oscena complicità di apparati statali e imperialisti e nella garantita impunità, venivano scatenate le peggiori armi repressive contro il nostro movimento rivoluzionario: carceri speciali, infernali, esecuzioni per strada e tortura. Oggi ancora 16 militanti delle Brigate Rosse sono in carcere da allora, da 40 anni! Una guerra interna da cui la borghesia non torna più indietro. Quando la situazione sociale, le tensioni si aggravano (come in questi ultimi anni di crisi “globale”), riattivano questo loro arsenale, anzi lo incrementano. Siamo arrivati così all’uso del regime carcerario 41bis e dell’ergastolo ostativo contro il compagno anarchico Alfredo Cospito, per un’azione esplosiva che non ha fatto nemmeno un ferito! E tre militanti delle BR-PCC resistono in 41bis da 17 anni. Nel frattempo il generale dei servizi segreti Gianadelio Maletti, depistatore di piazza Fontana, cioè stragista(!) passeggia in parlamento con i suoi camerati (ed è solo un esempio fra i tantissimi che si possono fare).

Terrorismo di Stato contro Rivoluzione proletaria, questo lo scontro, questa la barricata. Loro non hanno mai smesso. Ai/alle militanti del proletariato il ritrovare la forza per sostenere questa barricata. La liberazione sociale, e dei nostri/e prigionieri/e passa di qui.



 Ilaria e Tobias liberi Nessuna estradizione per Gabriele Lunga vita in libertà ai latitanti L’11 febbraio scorso degli esponenti di estrema...