martedì 1 febbraio 2022

 

GENNAIO 1982, 40 ANNI FA.

All’apice dello scontro di classe degli anni 70, le Brigate rosse condussero ancora l’operazione Dozier (un comandante NATO in Europa, un massacratore in Vietnam). La sua liberazione avvenne grazie all’uso sistematico della tortura, che il governo aveva autorizzato da molti mesi ormai, contro i militanti catturati. La decisione era stata drastica: soluzione alla sudamericana ! Già anni di carceri speciali/infernali (inaugurate nel 1977) avevano dispiegato una violenza di Stato scientifica, sistematica. Su questo s’innestò l’ulteriore salto terroristico, con tortura e omicidi mirati nelle strade. Altro che vittoria con “lo stato di diritto” e la Costituzione in mano .. Nel vivo di quegli eventi diversi organismi di lotta parteciparono alla formazione di un Comitato nazionale contro l’uso della tortura, avviando una precisa opera di controinformazione, fino alla pubblicazione di un libro che documentava “La tortura in Italia”.

Durante tutto il 1982 questo scontro continuò, virulento, e purtroppo il movimento di classe non riuscì più a reggere l’urto, cominciò a disgregarsi. Pesavano anche il contesto internazionale, con l’offensiva neoliberista repressiva e guerrafondaia, ovunque, la collaborazione della “sinistra” riformista fino alla sua completa integrazione. E, certo, i limiti, gli errori del nostro campo, ma quale rivoluzione non passa per un lungo e tortuoso percorso?

Ma quel filo rosso, della continuità, non si spezzò. Da allora gruppi di militanti, dentro e fuori dalle carceri, resistono. La lotta per la liberazione sociale continua in varie forme. E i momenti alti, come quegli anni, restano latenti, linfa vitale per ritrovare la via rivoluzionaria. Vogliamo perciò ricordare questo “anniversario” di 40 anni non per la ferocia repressiva, per una sconfitta momentanea (per quanto pesante), vogliamo ricordare i 40 anni di carcere sostenuti con onore e dignità da diversi/e compagni/e a difesa della rivoluzione! Fra loro, almeno un nome: Cesare Di Lenardo, giovanissimo operaio friulano, partecipe dell’operazione Dozier, che affrontò eroicamente quei giorni di tortura, e fece scoppiare pubblicamente il caso. Il suo coraggio, la sua coerenza arrivano all’oggi, fanno risplendere la bandiera rossa sull’infamia del terrorismo di Stato.

*“La tortura in Italia” si può consultare in pdf nell’ archivio de larossaprimavera.org, fondo Paola Staccioli.











 MASCHERE ANTIGAS PER LA GUERRIGLIA IN ROJAVA 

Una delle attuali potenze facente parte del circo “democratico” G20 e pilastro della NATO è in realtà un ben noto regime fascista, quello turco. Un regime che governa col terrore, declinato con vari mezzi, fra cui una sistematica violenza genocida contro il popolo curdo e altre minoranze etniche, nonché contro le organizzazioni proletarie. 

Da molti anni però si trova a fronteggiare una resistenza eroica e tenace, multietnica e internazionalista, guidata dalle forze curde, dalle loro storiche organizzazioni rivoluzionarie di liberazione. In Rojava, in particolare, gran parte del territorio è stato liberato e vi si sviluppa una concreta e ricca esperienza di autogoverno e trasformazione sociale. Proprio ciò che odiano non solo i fascisti turchi ma anche le potenze imperialiste. Ed ecco che queste ultime hanno aperto la strada all’invasione del Rojava, nel 2018 ad Afrin, coprendo gli ennesimi crimini e stragi perpetrate, fra l’altro, con l’ausilio delle orde jiahdiste (da sempre finanziate e armate segretamente). 

L’ultima nefandezza è l’impiego di gas bellici per colpire combattenti e popolazione rifugiata nei tunnel, costruiti appositamente per resistere ai bombardamenti aerei. Uso dei gas e altre armi chimiche che sono pure vietate dalle Convenzioni internazionali ma, si sa, le “democrazie” autoelette e i loro sgherri si permettono di tutto, tanto sono loro stessi giudici e gendarmi mondiali.

 Quello che succede in Medio Oriente e Maghreb ha un impatto diretto e importante in Europa. Sappiamo l’involuzione repressiva razzista che ha informato gli Stati europei, nel doppio senso di un governo militarizzato del proletariato migrante e nella diffusione del veleno nazionalista e suprematista bianco. La crisi pandemica ha inasprito ancor più questa gestione economico-sociale, siamo dentro un vortice di barbarie capitalistica, dove la condizione lavorativa viene sempre più disciplinata in termini coercitivi, di ricatto permanente. Fabbrica e galera tornano a confondersi.. In piena pandemia non hanno fermato certo la produzione e nemmeno le spedizioni militari. Nel PNRR stesso è previsto un aumento secco delle spese militari. Per fare cosa? Altro che sanità pubblica..piombo ai popoli! Quello che fanno in Libia, Iraq, Siria, Sahel, Afghanistan,ecc. è evidente!!

 I movimenti che oggi contestano e resistono a questa barbarie – i giovani di FFF, il nuovo movimento operaio (facchini, GKN), il movimento femminista - devono anche rendersi conto che nessun cambiamento sarà possibile pacificamente. La rivoluzione in Rojava ne è la dimostrazione vivente. Dobbiamo imparare da loro, interagire, costruire insieme una prospettiva. Come loro ci dicono, la rivoluzione in Rojava è per l’umanità intera, così come la sconfitta del fascismo turco. L’internazionalismo è un interesse molto concreto per tutti i popoli! 

Il loro apporto è preziosissimo e possiamo cominciare con la solidarietà. Sulle orme di quella splendida dei volontari internazionalisti che, a centinaia, sono accorsi a contribuire allo sforzo di guerra. E, sovente, al prezzo della propria vita, come Tekoser Orso, Ivana Hoffman, Anna Campbell e tante/i altre/i. Oggi possiamo contribuire concretamente a raccogliere fondi per questi mezzi di autodifesa essenziali, le maschere antigas. La campagna iniziò già un paio d’anni fa e molte centinaia di maschere sono arrivate al fronte. Ma la richiesta continua ed è impellente.

 Recentemente sono state tenute iniziative per raccolta fondi, a Roma e a Cuneo- un concerto e un meeting benefit - con buona riuscita. Continuiamo, allarghiamo il fronte della solidarietà internazionalista!

 Inoltre potete contattarci sulle pagine fb e sui siti: proletaritoperilsri.blogspot.com ccrsri.wordpress.com                                                                      

gennaio 2022

 Soccorso Rosso Internazionale






 

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