martedì 23 marzo 2021

   

                                                                                                                                                                           

                                           


                 Secours Rouge International


 Compagni/e del Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali e di Azione Antifascista di Genova

il Soccorso Rosso Internazionale(SRI) vi esprime solidarietà, contro quest'attacco repressivo.

Come spiegate bene nel vostro intervento video ,é molto significativo che vi si accusi di uso di strumenti "micidiali", in un rovesciamento osceno della realtà :le armi di distruzione di massa sono  su quelle navi che voi, coraggiosamente, boicottate!

Ennesima dimostrazione che "la giustizia" in questo sistema non esiste, non può esistere. Ed è perciò che il SRI, contrastando le finalità disgregatrici e di recupero istituzionale che la repressione giudiziaria persegue, appoggia tutte le lotte che sviluppino coscienza e autonomia di classe.

La prospettiva sta nell'accumulare le forze nel nostro campo, facendo del confronto con la repressione un terreno di costruzione solidale, di capacità a sostenere livelli di lotta  crescenti, di maturazione politica.

Costruiamo rapporti di forza e legittimità della lotta di classe ,non subalternità istituzionale e legalitarismo.


La vostra lotta contro i traffici d'armi per le guerre imperialiste è esemplare, si situa nel solco di una grande tradizione del movimento operaio internazionalista. Su questo terreno si è sempre giocata una partita molto importante, di prospettiva rivoluzionaria.

Perciò siamo con voi, disponibili a tutte le iniziative per sviluppare insieme solidarietà e fronte di classe antimperialista e antifascista! 


                                                                                                                                                                                    

                               

                                                


 

martedì 9 marzo 2021

 8 marzo, lotta per la liberazione

dall'oppressione, dalle galere

8 marzo 1911 in una fabbrica tessile di New York 123 operaie e 23 operai muoiono nell'incendio perché i padroni le chiudono dentro con catene alle porte. Fabbrica galera, insomma! Questo massacro fu preso a riferimento simbolico appunto per la giornata di lotta di liberazione delle donne, l'otto marzo.

8 marzo 2020 rivolte in 27 carceri italiane e strage di stato: muoiono 14 detenuti, alcuni sicuramente in seguito ai violenti pestaggi della sbirraglia, gli altri comunque a causa dei motivi della rivolta, il rifiuto di misure di liberazione e sfollamento di fronte all'esplosione dell'epidemia.

Ciò che colpisce é la similitudine tra fabbrica e galera, in entrambe troviamo sbarre e catene, in entrambe il Capitale e lo Stato si appropriano del tempo e della vita delle persone, con licenza di uccidere! E non é storia passata, oggi troviamo queste condizioni nella gran  
 parte delle nuove aree di industrializzazione, in Asia, Africa, America Latina. Fino alle nostre periferie metropolitane con il supersfruttamento del proletariato migrante in particolare. Che passa sia per le fabbriche, cantieri, magazzini o ancora nel bracciantato in campagna, sia per tutta la filiera del ricatto e della violenza istituzionale rispetto alla regolarizzazione, fino alle terribili condizioni di imprigionamento non dichiarato nei CPR e strutture simili. Passa per la cogestione degli Stati imperialisti, come l'Italia, con i regimi come quello turco, libico, croato, ungherese(ecc) della tratta dei migranti(con analogie alla tratta degli schiavi agli esodi del capitalismo)Passa per il razzismo fascista e poliziesco, protetto dall'impunità di stato, che quotidianamente perpetra aggressioni e tiene sotto pressione tutta una parte del proletariato. Passa per la violenza patriarcale e sessista che di nuovo imperversa come rigurgito reazionario ,come strumento per  alimentare oppressione fra oppressi. Passa infine contro i picchetti di sciopero e l'organizzazione operaia, centinaia di lavoratori/trici sono trascinati/e in tribunale, talvolta in carcere.

Il carcere é l'ultima tappa di questa scia di repressione, di questa blindatura sociale. In carcere ci finisce l' illegalità proletaria, prodotta dalle miserie e da queste crisi economiche senza fine. E in carcere si trovano militanti e combattenti della lotta di classe, rivoluzionari/e .Questi/e in particolare con la loro resistenza tengono viva la tendenza appunto alla rivoluzione come sblocco necessario e possibile all'interminabile scontro sociale insito in un ordine così ingiusto e violento. Talvolta in rapporto organico a Organizzazioni attive, talaltra anche solo come difesa dell'identità e della prospettiva politica che incarnano. Per questo, nel e sul carcere si gioca una partita molto importante.
Le nostre lotte, i nostri movimenti, la nostra autorganizzazione possono svilupparsi e crescere solo se assumono tutta l'ampiezza di questi aspetti dello scontro. Solidarietà e fronte unito di classe sono essenziali per affrontare le varie repressioni, per rovesciare i loro ricatti e divisioni fratricide.
Per questo sosteniamo i/le prigionieri/e che lottano, ieri nelle rivolte oggi nei tribunali in cui rischiano pesanti condanne. Cosi come gli/le operi/e e le donne che resistono all'oppressione di classe e patriarcale e che, ugualmente, si trovano sul banco degli accusati.

Una battaglia che va oltre le frontiere ,internazionalista come lo é il proletariato odierno: da due mesi un combattente comunista greco é impegnato nella resistenza contro il carcere speciale .Dimitris Koufontinas ha lottato per molti anni, con l'Organizzazione 17 novembre, armi alla mano contro il regime erede del fascismo e contro i suoi padroni, gli imperialisti USA ed europei. Una lotta molto coraggiosa che ha portato i colpi della resistenza ai più alti livelli del potere. Perciò il trattamento carcerario é vendicativo, vile come sa esserlo il potere borghese. Questo compagno, che ha sempre continuato a solidarizzarsi con le lotte e il movimento rivoluzionario, pure internazionali, oggi  sta usando il proprio corpo come arma estrema .La consapevolezza del suo valore ha suscitato un'impressionante ondata di solidarietà e di controffensiva antagonista, in Grecia, in Europa, nel Medio Oriente. Si registrano circa 400 iniziative, dalle manifestazioni e volantinaggi alle azioni di attacco contro strutture del potere. Un esempio forte di come affrontare la repressione, in unità di classe e in una prospettiva rivoluzionaria.

SOLIDARITA' DI CLASSE  E INTERNAZIONALISTA CON CHI LOTTA -DENTRO LE CARCERI,LE FABBRICHE,I QUARTIERI!
FACCIAMO FRONTE UNITO  PER LA  LIBERAZIONE CONTRO TUTTE LE OPPRESSIONI!
SVILUPPIAMO LE CONDIZIONI PER UNA NUOVA LOTTA RIVOLUZIONARIA!

 Ilaria e Tobias liberi Nessuna estradizione per Gabriele Lunga vita in libertà ai latitanti L’11 febbraio scorso degli esponenti di estrema...