sabato 11 aprile 2020

Senza perdere un istante!



                    
(sintesi del lavoro della conferenza del Soccorso Rosso Internazionale, 27-28 marzo 2020)
(sintesi del lavoro della conferenza del Soccorso Rosso Internazionale, 27-28 marzo 2020)
1.Analizzare la crisi con i nostri occhi.
Siamo sommersi di informazioni dai media di regime e questo flusso genera una certa visione della crisi. La sinistra rivoluzionaria deve avere una sua visione propria della crisi, delle sue origini, del suo carattere, dei suoi pericoli, delle sue opportunità, del suo impatto e della sua evoluzione. E su questa base, deve definire una politica rivoluzionaria. Perché è impossibile definire una vera politica rivoluzionaria sulla base della visione borghese della crisi e del suo quadro generale (situazione internazionale, contraddizioni interimperialiste, ecc.)
Questa è una vera pandemia che impone oggettivamente misure di salute pubblica come il confinamento. Ma è anche una crisi, al tempo stesso, nel sistema capitalista e del sistema capitalista. Ogni crisi ha un impatto su tutti gli aspetti della società, ma alcune crisi sono anche crisi globali: non incidono "per rimbalzo", ma direttamente sull'intera società. Questo è il caso della crisi attuale.
Le crisi sono sempre state un acceleratore storico. La storia non è un processo lineare. Le contraddizioni sociali si accumulano ed esplodono sotto l'influenza di questo o quell'impulso. Le crisi non sono semplicemente, per le forze rivoluzionarie delle opportunità: questi sono gli unici veri momenti dove è possibile far avanzare il progetto rivoluzionario in modo decisivo.
La crisi ha comportato grandi cambiamenti nel comportamento e nelle abitudini. Questa è la dimostrazione della capacità delle masse di cambiare ed è una smentita vivente della tesi borghese per cui " le persone sono ciò che sono, non cambieranno mai ". Le mentalità sono aperte ad un diverso funzionamento sociale, e ciò apre anche una finestra storica per la nostra politica.

2. Il ventaglio delle situazioni
I contributi delle sezioni nazionali del Soccorso Rosso hanno mostrato differenze nella situazione tra i vari paesi. I paesi sono diversi, le loro situazioni economiche e politiche sono diverse e diverse sono anche le fasi della crisi in cui si trovano. Tuttavia le tendenze sono omogenee, anche se la loro concretizzazione si dà con grandi differenze di intensità:
1 ° Il confinamento è effettivo ovunque, pur se più o meno rigoroso (gruppi di cinque persone sono tollerati in Svizzera, mentre viaggiare può essere fatto solo individualmente e con documento ufficiale in Francia).
2 ° La situazione della classe è peggiorata considerevolmente: parte della classe non ha più reddito (Italia) o ne subisce una riduzione (70% del salario in Belgio, mentre solo gli affitti assorbono il 50% del reddito), un’altra parte della classe è supersfruttata ed esposta alla malattia (operatori sanitari, commessi di supermercati, ecc.) e la parte emarginata della classe (clandestini, prigionieri, senzatetto, ecc.) si trova in un situazione spaventosa.
3 ° Le misure di polizia sono generalizzate: il confinamento è potenziato con controlli e repressione che vengono presentate come misure "eccezionali" (i medici e i servizi sanitari tedeschi che forniscono i nomi dei positivi al COVID alla polizia, la geolocalizzazione di massa della popolazione, lo schieramento dell'esercito per le strade, ecc).
4 ° Importanti misure economiche: linee astronomiche di credito alle imprese, sussidi di disoccupazione, moratoria fiscale e dei contributi previdenziali, ecc.

3. Le contraddizioni stanno esplodendo.
Con la crisi, tutte le contraddizioni preesistenti assumono una nuova dimensione. Non si limitano ad acuirsi quantitativamente, cambiano qualità e aprono la porta a sconvolgimenti politici, economici e sociali. Inoltre, diventano più visibili:
La contraddizione tra natura e capitalismo: lo squilibrio tra città e campagna, la fragilizzazione delle popolazioni a causa dell'inquinamento (Wuhan, Lombardia), l'aumento del rischio di epidemia dovuto alla circolazione di beni e persone e l'indebolimento dei mezzi per reagirvi a causa della liquidazione (ai fini di profitto) della sanità pubblica, hanno contribuito a provocare o aggravare la crisi.
La contraddizione tra lavoro e capitale: non solo si aggrava, ma diventa molto più visibile; alcuni strati del proletariato (e principalmente quelli meno pagati!) vengono riconosciuti come le uniche forze utili reali nella società. Il carattere parassitario della borghesia è evidente, così come gli effetti disastrosi delle politiche basate sul profitto.
3° La natura patriarcale della società appare ancor più evidente: le occupazioni “essenziali” e mal pagate sono generalmente appannaggio femminile (infermiere, cassiere), mentre il confinamento accentua l'oppressione delle donne.
La contraddizione tra i valori popolari, proletari, socialisti, e i valori borghesi si manifesta ancor più chiaramente: solidarietà contro individualismo, bene comune contro profitto, ecc.
5° Infine, le contraddizioni interne alla borghesia esplodono letteralmente a tutti i livelli: - A livello nazionale: ci sono contraddizioni tra le parti della borghesia che vogliono proseguire le attività economiche e le autorità che vogliono dare priorità alle misure sanitarie; ci sono contraddizioni sui rispetto ai settori borghesi da sostenere o meno, così come su quelli da tassare in via straordinaria o meno. - A livello europeo: c'è un ritorno all'egoismo nazionale che ha spazzato l'agenda europea: chiusure delle frontiere, misure adottate da alcuni paesi a spese di altri (ad esempio la confisca di stock di mascherine ai confini tra una nazione e l’altra); opposizioni in merito all'intervento finanziario della UE; accentuazione delle contraddizioni tra paesi del nord e paesi del sud dell'UE, ecc. - Nel mondo: la tendenza generale preesistente al caos e alla guerra è aggravata, con governi sempre più imprevedibili perché determinano le scelte politiche internazionali a seconda delle questioni locali, a volte per semplici scadenze elettorali (Erdogan, Trump, ecc.). L'indebolimento, anche temporaneo, di alcuni paesi crea opportunità per politiche aggressive di altri paesi.

4. La classe è in movimento!
Anche qui, i contributi delle sezioni nazionali del Soccorso Rosso hanno mostrato differenze in una tendenza generale comune: ovunque le masse si muovono e trovano i modi per lottare:
- le masse si muovono anche nella loro testa, uno sguardo radicalmente critico nei confronti del sistema e dei suoi governanti si sta sviluppando
- I proletari privati ​​del reddito o super sfruttati lottano . Ci sono scioperi molto importanti in Italia e un po’ ovunque, nei settori in cui i lavoratori sono esposti al contagio ( fabbriche, grandi magazzini, cantieri edili, ecc.)
- Le masse trovano il modo di esprimere i loro valori ideologici: dimostrazione di solidarietà con gli operatori sanitari (applausi dai balconi), assistenza reciproca nei quartieri per aiutare i più anziani o i più fragili, ecc.
Gli strati più poveri si ribellano (rivolte nelle carceri, atti di riappropriazione nei supermercati nel sud Italia ...) Naturalmente, le masse si muovono a partire dal livello di lotta e coscienza che avevano prima della crisi, con grandi differenze tra i Paesi (tra Svizzera e Italia per esempio).
Queste tendenze si svilupperanno con il termine del confinamento. Si dovrà prestare molta attenzione a questi sviluppi, tenendo presente che non avverranno meccanicamente e probabilmente anche con aspetti contraddittori: alcune parti della classe potranno passare all'offensiva, altre invece restare succubi al richiamo dell'unità nazionale; le masse possono mobilitarsi contro situazioni economiche senza per questo arrivare a mobilitarsi su degli aspetti politici (spionaggio diffuso di telefoni, ecc.), ecc.

5. La borghesia è in difficoltà.
La crisi, l'esplosione di contraddizioni, l'incompetenza e l'irresponsabilità di parte degli apparati statali, la messa sotto accusa dei loro regimi e delle loro politiche precedenti la crisi, tutto ciò mette la borghesia in difficoltà. Queste difficoltà evolvono nel tempo: ad esempio, la sua relativa unità sulle forme iniziali di confinamento si rompe quando si tratta di prolungarlo (le frazioni borghesi che vogliono riprendere l'attività produttiva, fanno sempre più pressioni).
Queste difficoltà sono tanto maggiori
-quanto più esplodono le sue contraddizioni interne, i suoi strumenti di concertazione nazionale e sovranazionale si dimostrano fallimentari;
- La sua posizione di classe e i suoi interessi di classe sono sempre più evidenti, il che complica l'esercizio del suo potere;
- Le diversioni reazionarie con cui ha deviato la rabbia delle masse, come l'attenzione su migranti, non funzionano più. Con la crisi sanitaria, l'agenda politica dell'estrema destra è scomparsa dall’attualità.
- La crisi economica minaccia di approfondirsi all’uscita dal confinamento, il che peggiorerà ulteriormente contraddizioni di classe e inter-borghesi. Ovunque la borghesia ha difficoltà a reagire. Le sue reazioni sono disordinate, febbrili, prende decisioni contraddittorie, a volte "a sinistra", a volte "a destra", a volte contrarie a tutto ciò che ha precedentemente difeso (la Germania che era campione della politica anti-inflazionistica e che ora consente enormi debiti pubblici). Questa incapacità generale della borghesia a definire e perseguire una politica coerente indica anch’essa che l'attuale crisi è una crisi storica.


6. La borghesia tenta di reagire

In maniera sconnessa e con sfumature a seconda dei paesi, le borghesie nazionali cercano di reagire a tutti i livelli:
- A livello ideologico con la parola d’ordine "tutti contro il virus", con la responsabilizzazione colpevolizzante degli individui, con la volontà di spaventare quanto ai rischi del coronavirus, rischi che invece non si agitavano quando in ballo c’erano altri danni mortali ma compatibili con i suoi profitti (nucleare, amianto, ecc.);
- A livello economico con un neo-keynesismo in preda al panico e una massiccia iniezione di denaro a livello sociale; il "reddito universale" oggi trova avvocati sostenitori persino al Financial Times ...
- A livello di classe pagando la pace sociale (politica efficace al Nord, e ora progettata al Sud dove sono attualmente in fase di negoziazione varie forme di integrazione ai redditi)
- A livello politico e sociale con tentativi, più o meno avanzati a seconda del paese, per recuperare le iniziative di massa (tentativi di fare degli applausi ai balconi per gli operatori sanitari, dei momenti di unione nazionale, ripresa in mano amministrativa delle iniziative locali di mutualismo e solidarietà, ecc.).
- In termini di controllo sociale, con lo stato di emergenza, lo spionaggio di massa della popolazione, l’incoraggiamento alla delazione, il ricorso all'esercito in diversi paesi, ecc. Ma anche facendo concessioni (incapace di gestire il sovraffollamento carcerario in una situazione di pandemia, deve effettuare massicce liberazioni).
- A livello di governance, con la costituzione (sotto diversi appellativi) di "comitati di esperti" (medici, economisti, ecc.) e la promozione della stessa "governance degli esperti", che consente ai politici di compensare la mancanza di fiducia e credito di cui sono oggetto,
e di dare alle misure anti-popolari un aspetto di neutralità scientifica e apolitica (versione, per la crisi in corso, della loro eterna litania: "non c'è alternativa").
- A livello internazionale con l'abbandono delle politiche di alleanza e mutualismo (ad esempio nell'UE ma anche nella NATO) a beneficio di politiche di primato dell’ interesse nazionale, ravvivando concorrenza, rivalità e competizioni.


7. Passare all'offensiva!

La borghesia è in una posizione di estrema debolezza, il suo sistema e i suoi valori sono battuti sul campo, questo crea un'opportunità storica per la sinistra rivoluzionaria.
Le difficoltà pratiche del confinamento, la preoccupazione di essere responsabili di fronte al rischio di contaminazione, non devono impedirci l'opportunità storica che ci è offerta di far compiere progressi decisivi alla causa rivoluzionaria. Ma per questo noi fare attenzione
quattro errori:
1 - La pandemia è reale, i decessi sono numerosi, la malattia colpisce e uccide i più vulnerabili. Il confino, seppur deciso dalla borghesia, è corretto. È una crisi enorme e drammatica ma non si deve per questo "sospendere" l'attività rivoluzionaria (o rimanere confinati su Internet). Le dimissioni non sono una politica rivoluzionaria. 2- È nostra morale porre rimedio alle situazioni drammatiche (economiche e sanitarie) create dalla crisi, e aiutare i più deboli. Ma se questo fa parte della nostra identità rivoluzionaria, non è però una politica rivoluzionaria. Dobbiamo valorizzare la solidarietà, ma non dobbiamo ridurci solo a questo.
3 - Bisogna comprendere e apprezzare le reazioni spontanee delle masse, fare affidamento su di esse, parteciparvi per contribuire alla loro qualità. Ma non dobbiamo andarci a rimorchio, correre dietro: il codismo non è politica rivoluzionaria.
4 - La situazione è nuova, richiede nuovi metodi, nuove comprensioni, nuovi orientamenti. Più che mai dogmatismo e settarismo sono controproducenti. Le linee si stanno muovendo. Confinarsi in proposizioni a-storiche non è una politica rivoluzionaria.

8. Definire una politica rivoluzionaria
La questione della debolezza oggettiva delle forze e delle organizzazioni rivoluzionarie si pone in modo diverso in tempi di crisi. La crisi funge da moltiplicatore di forza, amplifica infinitamente le tesi che sono in sintonia con la situazione di classe. La questione della rivoluzione non è all'ordine del giorno - la sinistra rivoluzionaria parte da così tanto lontano! - ma ciò che è all'ordine del giorno, in questa fase che non si concluderà con il confinamento, è un'occasione eccezionale per far compiere un grande balzo in avanti alla la causa e alle forze rivoluzionarie.
Dobbiamo avanzare nel comprendere la crisi e le sue conseguenze, dobbiamo guardare senza arroganza né a priori le iniziative delle masse, è necessario pensare a nuovi mezzi, nuovi percorsi, nuovi metodi, a nuove unità.
Significa pensare in grande, da internazionalisti: la crisi è globale, ciò che sta accadendo da una parte del del mondo tocca il mondo intero. Le masse del mondo affrontano lo stesso problema e ne prendono coscienza.
Internazionalismo significa anche saper imparare da ciò che sta accadendo in altri paesi, orientamenti e forme di lotta adottati altrove, come quello che facciamo noi nelle Conferenze del SRI.
Il motto di SRI, "Abbattere il capitalismo, costruire la solidarietà" è particolarmente pertinente nell'attuale crisi. Dobbiamo contribuire attivamente alla solidarietà di massa, all'autodifesa (economico e sanitario) popolare ma, al tempo stesso, dobbiamo condurre l'attacco, direttamente e frontalmente, contro la borghesia e il suo Stato. E questo attacco deve essere condotto in uno spirito di ampio fronte rivoluzionario, accettando le differenze (di progetto, strategia, tattica), facendo convergere gli sforzi sui due assi già citati, e che vanno tenuti strettamente insieme: sostenere le lotte e iniziative popolari e attaccare il potere.
Significa non farsi confinare su Internet, dobbiamo trovare il modo di riprendere la strada. Solo in questo modo possiamo avanzare verso una critica definitiva e di massa del capitalismo, possiamo entrare in una vera relazione dialettica con i movimenti di di massa, possiamo rendere l'alternativa rivoluzionaria un problema di massa,solo in questo modo possiamo dare alle nostre strutture la dimensione e la qualità richieste per la prova del fuoco rivoluzionaria.

Segreteria del Soccorso Rosso Internazionale,
Bruxelles-Zurigo, 5 aprile 2020








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