martedì 29 ottobre 2019

Torino: SU QUEL RAZZO C’ERAVAMO TUTTI

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Il 7 febbraio scorso veniva sgomberato l’Asilo occupato di Torino, e contestualmente venivano arrestati 6 compagn* accusati di associazione sovversiva per la lotta contro i CPR.
Due giorni dopo, sabato 9 febbraio, migliaia di persone riempivano di rabbia le strade di Torino: un corteo folto, vario e determinato a rendere concreta e visibile l’ostilità contro sgomberi, militarizzazione e repressione. Sul finire della giornata di lotta e resistenza 11 manifestanti venivano arrestati.
Il giorno seguente, al termine di una giornata di lotta antifascista, in tante e tanti ci si è recati in corteo verso il pratone del carcere delle Vallette per far sentire agli arrestati dei giorni precedenti la solidarietà e la complicità che animava i molti che in quei giorni avevano attraversato in maniera conflittuale le strade militarizzate di Torino.
Come sempre quindi i solidali avevano fatto in modo di far giungere le loro voci all’interno, con slogan, botti, fuochi d’artificio, fumogeni e razzi; in quell’occasione aveva preso fuoco una struttura utilizzata come laboratorio di pasticceria del carcere.
La sera del 22 maggio con l’accusa di essere responsabile di quell’incendio veniva arrestato la Boba; l’accusa è di incendio (art.423), la cui pena prevista va da tre a sette anni, con l’aggravante (art.425) di aver commesso il fatto su “edifici pubblici […], destinati a uso di abitazione […], su ammassi di materiale combustibile o esplodente”. Inoltre gli viene contestato il reato di accensioni pericolose (art.703) per aver usato, secondo l’accusa, un razzo nautico, che prevede una pena pecuniaria o l’arresto fino a massimo un anno.
Il 30 maggio la custodia cautelare in carcere veniva sostituita dalla custodia cautelare ai domiciliari con tutte le restrizioni; successivamente il PM Manuela Pedrotta faceva richiesta di giudizio immediato, ed il Tribunale fissava per il prossimo 30 ottobre la prima udienza del processo a carico della Boba. Dopo cinque mesi dall’arresto veniva tolto il divieto di comunicazione.
Ancora una volta attraverso l’attacco ad un compagno, si mette sul banco degli imputati una pratica che appartiene a tutt* noi; la solidarietà è lotta, e come tale viene repressa.
Su quel razzo c’eravamo tutti e tutte
Boba, Silvia, Amma, Uzzo, Patrick liber*
Libertà per tutte e tutti
Presenza solidale in aula mercoledì 30 ottobre h.9,00 aula 52
Cassa Antirep delle Alpi Occidentali

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