giovedì 13 giugno 2019

Brasile/Italia: Anche in Brasile la FIAT ha collaborato con la dittatura

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Anche in Brasile, come in Italia durante il fascismo, la FIAT ha collaborato con la dittatura fascista. Un indagine giornalistica ha fatto  emergere pubblicamente i legami tra l'azienda degli Agnelli e la dittatura militare brasiliana. Del resto, la famiglia Agnelli, come altri imprenditori, non solo erano legati al fascismo, ma lo hanno sponsorizzato sin dall'inizio al fine di piegare con la forza la classe operaia al volere padronale. Le dittature terroristiche della borghesia non nascono e crescono per caso ma non sono altro che uno degli strumenti che i  padroni utilizzano contro il proletariato e le istanze rivoluzionarie. Salvo poi trasformarsi in "sinceri democratici" per non pagare il dazio!


Il pubblico ministero Federale dello stato di Minas Gerais, in Brasile, ha avviato una inchiesta civile per indagare sulla collaborazione della fabbrica brasiliana di Fiat con la dittatura civile-militare (1964-1985) e sulle violazioni dei diritti umani commesse contro gli operai all’epoca. L’indagine sarà condotta per i prossimi quattro mesi dal procuratore regionale per i diritti dei cittadini.


«Nell’ottobre del 1978, la Fiat si è vista alla vigilia del suo primo sciopero. Gli operai si organizzarono in segreto per paura della repressione militare. I dirigenti italiani e brasiliani sentivano l’elettricità sul pavimento della fabbrica e si chiedevano cosa fosse andato storto: anni prima, il governo militare brasiliano aveva garantito che la compagnia non avrebbe avuto questi tipi di problemi»
Inizia così l’inchiesta 145 Espiões (145 spie), pubblicata dal sito The Intercept Brasil il 25 febbraio. Il reportage denunciava come la Fiat avesse messo in moto una rete clandestina di spionaggio guidata da Joffre Mario Klein, un colonnello della riservadell’esercito brasiliano, in collaborazione con la polizia politica. L’intento sarebbe stato quello di perseguitare i dissidenti politici e annichilire il movimento sindacale che si organizzava in fabbrica alla fine degli anni Settanta.

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