lunedì 20 maggio 2019

I PORTUALI DI GENOVA HANNO VINTO: PORTI CHIUSI ALLA GUERRA IMPERIALISTA!




I lavoratori portuali di Genova, in passato protagonisti di lotte estenuanti e vincenti contro padroni e fascisti, hanno intrapreso e vinto la battaglia contro l'arrivo di una nave saudita carica di armi  che avrebbe dovuto attraccare al porto di Genova per imbarcare altro materiale bellico costituito da generatori di fabbricazione italiana. Si tratta di gruppi elettrogeni su trailer, dotati di palo telescopico per illuminazione, che alimentano 18 shelter per comunicazione, comando e controllo, e relative parti di ricambio; ciascuno di questi shelter è in grado di gestire UAV (droni), comunicazioni e centri di comando aereo e terrestre. Come altro materiale  bellico fabbricato in Sardegna dalla filiale della tedesca RWM che è stato venduto all'Arabia Saudita e che dal 2018 viene consegnato al committente.I portuali genovesi aderenti al Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali (CALP), malgrado la capitaneria di porto avesse tentato di far credere che il carico fosse di natura civile, sono riusciti a scattare alcune foto del carico in questione smascherandone la natura bellica.
I lavoratori del CALP e la CGIL hanno quindi proclamato uno sciopero ed indetto un presidio sulla banchina nella quale avrebbe dovuto attraccare la nave saudita. Al presidio hanno partecipato altri organismi ed organizzazioni genovesi.
Grazie alla mobilitazione l'Autorità portuale ha deciso di non fare caricare la merce stoccandola in un magazzino in attesa (questa è la preoccupazione dei portuali) che venga trasportata via terra a Spezia dove, secondo indiscrezioni, potrebbero arrivare nelle prossime ore, via treno, anche gli 8 cannoni Caesar che sono stati all'origine del blocco al porto di Le Havre organizzato dall'associazione francese Acat e dai docker francesi. Non è escluso che la Yanbu, che dovrebbe lasciare Genova giovedì, possa dirigersi a Spezia per caricare i cannoni.

Si tratta comunque di una  vittoria, anche se parziale, che conferma la determinazione dei proletari nell'affrontare questioni che non si limitano alle mere vertenze salariali ma che, invece, trattano aspetti di centrale importanza nella lotta dei proletari contro l'imperialismo e le sue guerre. Si tratta di una vittoriosa battaglia che promuove, di fatto, nel proprio Paese l'azione diretta internazionalista e antimperialista!

Qui di seguito alcuni  passaggi della lotta dei portuali:

L'immagine può contenere: una o più persone, persone in piedi, testo, spazio all'aperto e acqua

La nave Bahri Yanbu, della maggiore compagnia di navigazione saudita e vettore consolidato del traffico di armi che alimenta la più grande catastrofe umanitaria mondiale (secondo la definizione dell’ONU) ovvero la guerra in Yemen, non ha potuto fare il carico al porto di Genova perché bloccata dal presidio e dallo sciopero dei lavoratori portuali . È un precedente importante e che fa storia. Porti chiusi all'imperialismo!
La nave saudita ha attraccato al porto ligure alle 6 di questa mattina. Immediata la risposta dei lavoratori del porto entrati in sciopero: “Porti chiusi alle armi, aperti ai migranti”
Il presidio al porto d Genova (Fonte: Fanpage)
Il presidio al porto d Genova (Fonte: Fanpage)
AGGIORNAMENTI
ore 15 – I GENERATORI NEL DEPOSITO MERCI, NON SARANNO CARICATI SUL CARGO
I due generatori della ditta italiana Teknel, fotografati sabato dal Collettivo autonomo dei lavoratori portuali e che avrebbero dovuto essere imbarcati sulla Bahri Yanbu, sono stati spostati nel deposito merci del porto di Genova: non saranno caricati a bordo dopo la protesta dei camalli e dei lavoratori dello scalo. Dopo l’incontro in prefettura, i sindacati hanno raggiunto un accordo: i generatori non saliranno a bordo. Ma c’è chi teme – dicono operai e pacifisti – che il carico sia trasferito a La Spezia dove non è presente la Compagnia unica dei camalli che a Genova ha lanciato subito l’allarme e la mobilitazione. A seguire il video girato da Arci Genova al porto, al momento del trasferimento dei generatori.

...due navi che puntano porti italiani la sea wach carica di persone che fuggono da guerra e disperazione e la bhari yambu carica di armi e pronta a caricarne ancora ..è la tempesta perfetta ..le contraddizioni e la stupidità del nostro mondo...in questi momenti si capiscono le cose, si decide da che parte stare..si scopre chi vale e chi non vale nulla..come pirati instancabili sappiamo che sarà durissima ma ancora una volta ci spingeremo al limite sapendo benissimo da che parte stare..anticipiamo l' appuntamento alle ore 6.00 a Ponte Etiopia

Chiudere i porti ai trafficanti di armi, non ai migranti che scappano dalle guerre.
Non basta dire che si fara' di tutto per impedire il carico delle armi nel porto di Genova.
Purtroppo la normalità e' che queste navi, entrano nei nostri porti senza che nemmeno lo stesso sistema portuale si interroghi su cosa trasportino e sul perche'.
Si devono chiudere i porti ai trafficanti di armi e proclamare per lunedi' 20 Maggio, quando e' previsto l' arrivo della nave saudita Bahri Yanbu, una giornata di sciopero in modo da sensibilizzare le istituzioni e la citta' sulla questione che interessa tutti indistintamente.
Lavoratori Portuali Genova.


Una nave saudita carica di armi, la Bahri Yambu, è in arrivo nel porto di Genova. Ormai è noto, ed è noto grazie all'impegno e all'impulso dei lavoratori del porto che hanno sollevato la gravità dei fatti. Le rassicurazioni della Capitaneria di Porto sulla natura “civile” del carico che dovrebbe essere imbarcato a Genova non ci bastano.
Quella nave è già piena di armi caricate ad Anversa e la medesima compagnia con altre navi (la Bahri Jeddah, ad esempio) ha già imbarcato in questi anni al Terminal GMT genovese carichi di bombe italiane prodotte dalla RWM e decine e decine di carri armati.
Le ipocrisie di chi se n'è accorto l'altro ieri ma finché stava al governo stipulava proprio quegli accordi milionari con l'Arabia Saudita (P.D., ministro Pinotti) per la vendita d'armi devono restare fuori da questa partita che tutto dev'essere fuorché un giochetto politico.
Le bombe sono prodotte per uccidere e distruggere. Dove vadano queste armi e che ne dicano i trattati internazionali a noi interessa poco: non facciamo distinzioni tra “guerra” e “operazioni di pace”. Un generatore elettrico militare serve ad uccidere tanto quanto un cannone.
QUELLA NAVE NON DEVE ATTRACCARE A GENOVA, NE ORA NE IN FUTURO!!

Dopo la partecipata assemblea di ieri tra lavoratori, delegati sindacali e cittadini solidali, invitiamo tutta la cittadinanza a partecipare ad una battaglia che non può essere solo dei lavoratori portuali ma di chiunque abbia a cuore la vita di altri esseri umani uguali a noi, di chiunque voglia opporsi alla violenza della guerra in ogni sua forma, a partire da quando è in casa nostra.
Lunedì mattina presidio al varco Etiopia, Lungomare Canepa, dalle ore 06:00 in poi. L'orario del presidio potrà subire modifiche a seconda dell'arrivo della nave.

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