lunedì 20 agosto 2018

E' SOLO RAZZISMO?


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Le due stragi di operai immigrati, a inizio agosto, e lo sciopero riuscito nelle campagne come prima risposta, hanno segnato un passaggio significativo ed è finalmente, un passo in avanti del proletariato. I 16 braccianti uccisi sono il fatto piu' grave, culmine di tutta una stagione segnata da violenze, aggressioni e intimidazioni perpetrate diffusamente e alimentate dal governo fascio-razzista. Di omicidi si tratta, perché un incidente stradale diventa devastante solo grazie alle condizioni bestiali in cui vengono stipati questi operai sui furgoni. Sono le condizioni di vita e di lavoro che possono trasformarsi in tragedia, in morte. Chi ne dispone, portandole a questo livello disumano, è un assassino.

Ma finalmente c'è stata degna risposta. Lo sciopero dei braccianti, organizzato dal sindacalismo di base, è stato massiccio, partecipato ed ha affermato gran voce le ragioni e le rivendicazioni di classe. Di classe, certo, perché questi “nuovi” proletari dimostrano di avere livelli di coscienza e determinazione avanzati, rispetto ad una realtà sociale purtroppo marcata dalle sconfitte e dalla disgregazione. L'unità, il fare comunità – già difendendo le baraccopoli in cui vivono – è innanzitutto condizione primaria di sopravvivenza. Ma questo permette anche la lotta, una forma essenziale di autorganizzazione del quotidiano come della resistenza. Queste realtà di aggregazione sono diventate punti di forza per tutto il mondo del lavoro, per la ricostruzione di un movimento proletario capace di sostenere la lotta di classe, oggi per lo piu' condotta a senso unico dalla borghesia e dal suo Stato.

La contraddizione insita nello scontro attorno all'immigrazione è diventata cruciale per tutti. Stato, partiti e governi borghesi (di destra e di “sinistra”) ne hanno fatto il terreno su cui alimentare il peggio della società. In particolare il razzismo che, storicamente, è la veste ideologica per giustificare l'oppressione colonial-imperialista. Il suprematismo dell'uomo bianco e la presunta esistenza di razze inferiori, è l'arma ideologica con cui mobilitare le parti arretrate e peggiori della società, trasformandole in truppa aggressiva. Sia per le invasioni neo-colonialiste in corso, sia per il governo terroristico interno rispetto al proletariato immigrato. Il risultato è comunque dannoso per tutti, per tutto il mondo del lavoro e lo trascina velocemente nel vortice della concorrenza al ribasso e delle divisioni ostili.

Percio' la nostra lotta non puo' che essere internazionalista, contro il razzismo e l'imperialismo che lo genera. Storicamente cosi è stato. Cosi il movimento operaio si è costruito, ha scritto le sue piu' grandi pagine di conquiste e di trasformazione sociale. Fino alle rivoluzioni, tentate e riuscite.
D'altronde lo stesso grande pomo di discordia - “gli immigrati rubano lavoro e casa degli italiani”- si basa sul rovesciamento della realtà: è l'imperialismo che ruba tutto, ai popoli. E' il disordine economico da esso imposto che getta aziende e lavoratori in un turbine incontrollabile di delocalizzazioni, mobilità sfrenata, speculazioni, impoverimento e deportazioni. Il loro ideale è la giungla sociale, fatta di individualismo, sopraffazione e prepotenza.

La nostra prospettiva non puo' che essere diametralmente opposta. Sviluppare tutto cio' che unisce, che crea solidarietà proletaria. Al di là delle frontiere, al di là delle divisioni categoriali e sindacali.
A LAVORO UGUALE SALARIO UGUALE! Ricordiamoci che sull'egualitarismo salariale abbiamo realizzato le conquiste degli anni 70. E questa prospettiva deve essere alimentata non solo qui, ma proprio e anche in considerazione dell'articolazione multinazionale, globalizzata dei cicli produttivi. Alla Fiat che ha imposto la concorrenza fra Pomigliano e la fabbrica in Polonia (Tychy), fra Mirafiori e la fabbrica in Serbia (Kragujevac), ecc, dobbiamo rispondere con obiettivi unificanti e solidali. Non solo siamo obbligati a percorrere questa strada, per arginare e poi rovesciare il massacro sociale, ma anzi questa strada ci permetterà di costruire un fronte di classe potenzialmente vastissimo. Di passare, infine, da questa sfiancante difensiva ad una nuova stagione d'attacco!
IL PROLETARIATO NON HA NAZIONE. INTERNAZIONALISMO, RIVOLUZIONE!
NOSTRA PATRIA E' IL MONDO INTERO – NOSTRA LEGGE LA LIBERTA'!

Proletari torinesi per il SRI

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