Sabato 16 novembre 2019, durante una manifestazione di Gilet gialli a Parigi, un uomo ha perso un occhio a causa di un colpo sparato da un poliziotto. Mercoledì 20 novembre ha rifiutato di essere ascoltato dall'Ispettorato Generale della Polizia Nazionale (IGPN) noto per la sua propensione ad insabbiare i casi di violenza della polizia ( vedi il nostro articolo ). Chiede la nomina immediata di un giudice istruttore data la natura criminale del caso, in mancanza del quale pubblicherà i video dei funzionari violenti della polizia entro una settimana.
La procura di Parigi, anch'essa accusata di bloccare i fascicoli sulla violenza della polizia, ha annunciato di aver avviato un'indagine per "atti di violenza da parte di una persona che detiene l'autorità pubblica con armi che hanno causato una convalescenza con temporanea interruzione del lavoro di oltre otto giorni". Manuel C., la maglia gialla ebanizzata, attraverso il suo avvocato ha presentato una denuncia al giudice istruttore per richiedere una riqualificazione dell'accusa in "violenza" aggravata con conseguente mutilazione permanente. La denuncia riguarda specificamente il prefetto Didier Lallement accusato dal gilet giallo di complicità per aver autorizzato l'uso del lanciagranate da 56 mm. Queste granate a gas lacrimogeno, i cosiddetti Cougar o Chouka, usate dai poliziotti, sono responsabili di molti feriti tra giubbotti gialli.