mercoledì 16 ottobre 2019

Catalogna: esplodono le proteste !

L'immagine può contenere: una o più persone

La protesta incendia la Catalogna
Questa mattina la società catalana si è svegliata pronta a mettere in atto un'altra giornata di lotta (o a subirla).
All'alba la linea ferroviaria ad alta velocità è stata interrotta all'altezza di Figueres a causa di un sabotaggio che ha preso di mira in più punti la fibra ottica lungo la linea, mentre delle barricate incendiate di pneumatici hanno causato l'interruzione di alcune linee ferroviarie regionali.
Decine sono le strade urbane, le statali e le autostrade interrotte dai blocchi organizzati dai manifestanti in tutta la Catalogna mentre all'alba hanno mosso i loro primi passi i vari cortei - denominati "Marxes per la Llibertat", Marce per la libertà - che da diversi punti del Principato si stanno dirigendo verso Barcellona dove arriveranno nei prossimi giorni.
In attesa che il coordinamento "Tsunami Democratic" (formato da attivisti e attiviste dei movimenti di sinistra e dei movimenti sociali) lanci il prossimo obiettivo della protesta attraverso una speciale app criptata i cui membri diventano di giorno in giorno più numerosi, è sul bilancio della giornata di ieri che si appunta l'attenzione.
Circa centomila persone sono scese ieri in piazza in tutto il paese, sopportando una durissima repressione sia da parte della polizia spagnola sia da parte di quella catalana. Le polemiche sulla violenza dei Mossos contro i manifestanti sarà al centro della riunione d'emergenza convocata stamattina dal Govern di Quim Torra, mentre molte forze politiche e sociali chiedono a gran voce l'immediata destituzione del "ministro degli interni" catalano Miquel Buch, responsabile politico dei Mossos.
Alla mezzanotte di ieri il bilancio degli arrestati e dei feriti in tutto il Principato era impressionante. Secondo il Servizio Sanitario pubblico catalano 125 manifestanti hanno dovuto ricevere cure mediche a causa dei colpi inferti dai manganelli degli agenti che hanno continuato a fare ampio uso delle pallottole di gomma; per 18 è stato necessario il ricovero in ospedale. Anche numerosi giornalisti denunciano la mano dura e il comportamento indiscriminato della Policia Nacional e dei Mossos; le foto e i video dei furgoni delle forze dell'ordine lanciati a tutta velocità contro i manifestanti generano indignazione.
In tutto il bilancio degli arresti, solo nella giornata di ieri, ha toccato quota 51.
Com'era avvenuto già lunedì, anche ieri in molti casi i manifestanti, almeno una parte, si sono organizzati per difendersi, coprendosi il volto e erigendo barricate di fuoco per frenare le cariche e i caroselli dei mezzi di polizia. Nel quartiere dell'Eixample di Barcellona la polizia ha anche sparato a salve nel tentativo di disperdere i manifestanti.
A proposito del comportamento della polizia, alcuni agenti in assetto antisommossa sono stati fotografati e filmati mentre aggiungevano materiali alle barricate incendiate, una volta dispersi i manifestanti.
Sta di fatto che ieri sera la città di Barcellona dall'alto appariva punteggiata da numerose colonne di fumo e dai bagliori degli incendi.
Il Governo spagnolo intanto ha elevato il livello di allarme parlando di "violenza generalizzata" e minacciando il ricorso al commissariamento delle istituzioni autonome catalane. Il tentativo di Madrid è quello di scaricare sui manifestanti - che si limitano a difendere le loro mobilitazioni - la responsabilità della violenza esercitata dalle forze di sicurezza.
Da parte sua il ministro "facente funzione" degli Interni del governo socialista, Fernando Grande Marlaska, ha annunciato che il gruppo di coordinamento di "Tsunami Democratic", i cui membri mantengono gelosamente l'anonimato, è sotto inchiesta.

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