venerdì 23 agosto 2019

Bretagna/Italia: LA CORTE D'APPELLO DI RENNES NON ESCLUDE LA MESSA IN LIBERTA' VIGILATA PER VINCENZO VECCHI



Il 9 agosto scorso  la"Brigata Nazionale (francese) per la ricerca dei fuggitivi" in collaborazione con la Digos milanese, ha arrestato in Bretagna il compagno anarchico Vincenzo Vecchi. Contro di  lui erano stati spiccati due mandati di cattura internazionali  dalla procura di Genova e da quella di Milano. Vincenzo si era reso irreperibile dal 2012 in seguito alla condanna definitiva di 11 anni e 6 mesi  relativa agli scontri del G8 di Genova 2001. Aveva anche una condanna a 4 anni di carcere per la manifestazione antifascista di corso Buenos Aires a Milano dell’ 11 marzo 2006 che ha cercato di impedire una manifestazione fascista  di Fiamma Tricolore. Durante la contromanifestazione degli antifascisti, la polizia e i carabinieri avevano caricato duramente i 300 antifa presenti i quali, però, avevano reagito con estrema  determinazione prima di essere sopraffatti dal soverchiante numero della sbirraglia. Oltre ad aver rivendicato orgogliosamente la sua presenza alla manifestazione contro il Summit delle grandi potenze di Genova nel 2001, il compagno Vincenzo, con altri due compagni imputati, durante il processo per gli scontri di corso Buenos Aires a Milano nel 2006,  ha dichiarato il suo antifascismo rivendicandolo come un dovere da compiere quotidianamente e ribaltando le responsabilità contro chi portava alla sbarra gli antifascisti.
Anche in quella occasione, come per il G8 2001, tra i tanti reati contestati, vi era il reato  di “devastazione e saccheggio”, reato ereditato dal fascista Codice Rocco, che prevede pene fra gli 8 e 15 anni!  Accusa in seguito utilizzata sistematicamente per altre manifestazioni di piazza.
Dai giornali apprendiamo che per arrivare a Vincenzo, gli sbirri avrebbero fatto uso di intercettazioni telefoniche ad ampio raggio (coinvolgendo amici e famigliari) che, sempre secondo i giornali, avrebbero permesso di rintracciare il compagno dopo un periodo di vacanza trascorso con sua moglie e sua figlia.
Per effettuare la sua cattura, quindi, la Digos ha utilizzato un discreto numero di forze e risorse che hanno impegnato anche organismi internazionali di polizia. Ciò dimostra quanto gli organi repressivi temono l’identità, la dignità politica e rivoluzionaria espressa e rimarcata  da alcuni compagni, anche a distanza di anni. Con  le dovute proporzioni, basti pensare alle decine di compagni della lotta armata che, malgrado 30/40 anni di carcere, continuano a rappresentare un pericolo per il nemico di classe grazie alla loro resistenza contro i tentativi di svilire la loro identità rivoluzionaria. Questi compagni, compreso Vincenzo, malgrado la sua storia di lotta sia diversa, rappresentano un esempio un riferimento per la classe proletaria, per i tanti altri compagni che ancora combattono con forza e determinazione per abbattere il sistema, per un mondo migliore Compagn* prigionier* che, ognuno a modo proprio, non hanno mai accettato la resa, o peggio,  la collaborazione con il nemico.
L’arresto del compagno anarchico Vincenzo, non è una “vendetta del sistema” come alcuni gruppi affermano nei loro comunicati. Non si tratta soltanto dello “spettro del G8” di Genova. L’arresto di Vincenzo fa parte della guerra di classe che la borghesia non ha mai smesso di combattere, esso appartiene alle strategie di guerra del nemico di classe!
Vincenzo si trova in carcere vicino a Rennes ed il 23 agosto ha avuto luogo un'altra udienza (rinviata la prima del 14 agosto su richiesta di ulteriori informazioni da parte dell’avvocato) che doveva decidere le sorti del compagno . Nei suoi confronti, ricordiamo, è scattata la richiesta di estradizione da parte delle procure inquirenti. Intanto, in Francia, si allarga la solidarietà di gruppi e comitati per Vincenzo e contro la sua estradizione. La corte d'appello di Rennes ha accolto le richieste dell'avvocato di Vincenzo e, non escludendo la libertà provvisoria, ha richiesto uno studio sulla fattibilità della sorveglianza elettronica e sul rispetto delle norme di arresti domiciliari.La corte d'appello ha richiesto inoltre ulteriori informazioni sulle procedure d'arresto europeo avviate dalle autorità 'italiane.



Libertà per Vincenzo! No all’estradizione! Sosteniamo il compagno anarchico Vincenzo Vecchi!