L’indegna gazzarra scatenata attorno
le scarcerazioni precauzionali di detenuti a rischio di contagio
merita qualche considerazione. Il “partito della forca”, che
tanto starnazza per legge e ordine è semplicemente costituito dai
partiti borghesi che incitano sempre al linciaggio dei “delinquenti”
e dei “terroristi”, perché questi sono comunque espressioni
delle classi popolari e proletarie. Questi partiti arrivano anche a
criminalizzare l’esistenza stessa dei migranti, istituendo il
“reato” di clandestinità, incarcerandoli, torturando e facendone
morire tanti (per meglio sfruttarli certo!)
Ma sull’argomento mafia sono un po’
debolucci: storicamente la D.C., oggi i suoi derivati – Forza
Mafia(Italia), Fratelli di Mafia(Italia), Lega di N’drangheta -
sono appunto i partiti d’approdo, la casa naturale della grande
criminalità capitalistica! Solo negli ultimi mesi si sono
moltiplicati arresti e imputazioni contro esponenti di questi
partiti, ai massimi livelli: Roberto Rosso, Giancarlo Pittelli,
Giuseppe Caruso, e tanti altri. Sulle orme dei Nicola Cosentino,
Mecenate, Totò Cuffaro, Scoppelliti, ecc. Tutti sotto la cupola di
Dell’Utri-Berlusconi e prima di Gelli-Andreotti. Tant’è che poi
questi se la sfangano rapidamente, Ed è logico. Animati dalla
stessa fede capitalistica, dalla stessa brama di ricchezza e
prepotenza, si ritrovano compari in affari e nelle stanze del potere.
Ma da buoni borghesi, si sbarazzano degli “amici” caduti in
disgrazia, sopratutto se si tratta dei “manovali”. L’importante
è la struttura di potere e questa è ben coperta, interna allo Stato
e al capitale. Eccoli quindi schiamazzare da “garantisti” quando
loro vengono toccati dalle inchieste e fare i forcaioli con chi il
carcere lo subisce davvero.
Un altro risvolto di questa indegna
vicenda è l’ennesima legge con cui proseguono la feroce politica
di segregazione verso il proletariato immigrato. L’accanimento
razzista con cui si oppongono alla regolarizzazione di masse di
lavoratori che, proprio in questa emergenza , si rivelano essere
settori essenziali e basilari del funzionamento economico-sociale, è
corrispettivo delle loro mentalità schiavistico-colonialiste. Il
modello sociale che applicano ferocemente nelle campagne, nei
cantieri, fabbriche e cucine, dove loro comandano. Ecco uno dei veri
anelli della mafia-capitale, di cui ben si accomoda l’insieme del
sistema (a cominciare dalle multinazionali della distribuzione). E
cui anche il governo dell’”antimafia” offre i suoi servizi, con
l’oscena “regolarizzazione” per tre mesi dei braccianti.. il
tempo di provvedere ai raccolti e via, di nuovo sprofondati
nell’inferno della clandestinità e dei ricatti. Insomma, fra
capitalisti (seppur in concorrenza) ci si intende, lo Stato li copre
nelle loro pratiche criminali e reprime lavoratori e detenuti, cioè
proletari.
Per noi, quest’emergenza significa
ancor più necessità di unirci, unirci nelle lotte, contro
sfruttamento e repressione!