(sintesi del lavoro della conferenza del Soccorso Rosso
Internazionale, 27-28 marzo 2020)
(sintesi
del lavoro della conferenza del Soccorso Rosso Internazionale, 27-28
marzo 2020)
1.Analizzare
la crisi con i nostri occhi.
Siamo
sommersi di informazioni dai media di regime e questo flusso genera
una certa visione della crisi. La sinistra rivoluzionaria deve avere
una sua visione propria della crisi, delle sue origini, del suo
carattere, dei suoi pericoli, delle sue opportunità, del suo impatto
e della sua evoluzione. E su questa base, deve definire una politica
rivoluzionaria. Perché è impossibile definire una vera politica
rivoluzionaria sulla base della visione borghese della crisi e del
suo quadro generale (situazione internazionale, contraddizioni
interimperialiste, ecc.)
Questa
è una vera pandemia che impone oggettivamente misure di salute
pubblica come il confinamento. Ma è anche una crisi, al tempo
stesso,
nel
sistema capitalista e del
sistema capitalista. Ogni crisi ha un impatto su tutti gli aspetti
della società, ma alcune crisi sono anche crisi globali: non
incidono "per rimbalzo", ma direttamente sull'intera
società. Questo è il caso della crisi attuale.
Le
crisi sono sempre state un acceleratore storico. La storia non è un
processo lineare. Le contraddizioni sociali si accumulano ed
esplodono sotto l'influenza di questo o quell'impulso. Le crisi non
sono semplicemente, per le forze rivoluzionarie delle opportunità:
questi sono gli unici veri momenti dove è possibile far avanzare il
progetto rivoluzionario in modo decisivo.
La
crisi ha comportato grandi cambiamenti nel comportamento e nelle
abitudini. Questa è la dimostrazione della capacità delle masse di
cambiare ed è una smentita vivente della tesi borghese per cui "
le persone sono ciò che sono, non cambieranno mai ". Le
mentalità sono aperte ad un diverso funzionamento sociale, e ciò
apre anche una finestra storica per la nostra politica.
2. Il ventaglio delle situazioni
I
contributi delle sezioni nazionali del Soccorso Rosso hanno mostrato
differenze nella situazione tra i vari paesi. I paesi sono diversi,
le loro situazioni economiche e politiche sono diverse e diverse sono
anche le fasi della crisi in cui si trovano. Tuttavia le tendenze
sono omogenee, anche se la loro concretizzazione si dà con grandi
differenze di intensità:
1
°
Il confinamento è effettivo ovunque, pur se più o meno rigoroso
(gruppi di cinque persone sono tollerati in Svizzera, mentre
viaggiare può essere fatto solo individualmente e con documento
ufficiale in Francia).
2
°
La situazione della classe è peggiorata considerevolmente: parte
della classe non ha più reddito (Italia) o ne subisce una riduzione
(70% del salario in Belgio, mentre solo gli affitti assorbono il 50%
del reddito), un’altra parte della classe è supersfruttata ed
esposta alla malattia (operatori sanitari, commessi di supermercati,
ecc.) e la parte emarginata della classe (clandestini, prigionieri,
senzatetto, ecc.) si trova in un situazione spaventosa.
3
°
Le misure di polizia sono generalizzate: il confinamento è
potenziato con controlli e repressione che vengono presentate come
misure "eccezionali" (i medici e i servizi sanitari
tedeschi che forniscono i nomi dei positivi al COVID alla polizia, la
geolocalizzazione di massa della popolazione, lo schieramento
dell'esercito per le strade, ecc).
4
°
Importanti misure economiche: linee astronomiche di credito alle
imprese, sussidi di disoccupazione, moratoria fiscale e dei
contributi previdenziali, ecc.
3.
Le contraddizioni stanno esplodendo.
Con
la crisi, tutte le contraddizioni preesistenti assumono una nuova
dimensione. Non si limitano ad acuirsi quantitativamente, cambiano
qualità e aprono la porta a sconvolgimenti politici, economici e
sociali. Inoltre, diventano più visibili:
1°
La
contraddizione tra natura e capitalismo: lo squilibrio tra città e
campagna, la fragilizzazione delle popolazioni a causa
dell'inquinamento (Wuhan, Lombardia), l'aumento del rischio di
epidemia dovuto alla circolazione di beni e persone e l'indebolimento
dei mezzi per reagirvi a causa della liquidazione (ai fini di
profitto) della sanità pubblica, hanno contribuito a provocare o
aggravare la crisi.
2°
La contraddizione tra lavoro e capitale: non solo si aggrava, ma
diventa molto più visibile; alcuni strati del proletariato (e
principalmente quelli meno pagati!) vengono riconosciuti come le
uniche forze utili reali nella società. Il carattere parassitario
della borghesia è evidente, così come gli effetti disastrosi delle
politiche basate sul profitto.
3°
La natura patriarcale della società appare ancor più evidente: le
occupazioni “essenziali” e mal pagate sono generalmente
appannaggio femminile (infermiere, cassiere), mentre il confinamento
accentua l'oppressione delle donne.
4°
La contraddizione tra i valori popolari, proletari, socialisti, e i
valori borghesi si manifesta ancor più chiaramente: solidarietà
contro individualismo, bene comune contro profitto, ecc.
5°
Infine, le contraddizioni interne alla borghesia esplodono
letteralmente a tutti i livelli: - A livello nazionale: ci sono
contraddizioni tra le parti della borghesia che vogliono proseguire
le attività economiche e le autorità che vogliono dare priorità
alle misure sanitarie; ci sono contraddizioni sui rispetto ai settori
borghesi da sostenere o meno, così come su quelli da tassare in via
straordinaria o meno. - A livello europeo: c'è un ritorno
all'egoismo nazionale che ha spazzato l'agenda europea: chiusure
delle frontiere, misure adottate da alcuni paesi a spese di altri (ad
esempio la confisca di stock di mascherine ai confini tra una
nazione e l’altra); opposizioni in merito all'intervento
finanziario della UE; accentuazione delle contraddizioni tra paesi
del nord e paesi del sud dell'UE, ecc. - Nel mondo: la tendenza
generale preesistente al caos e alla guerra è aggravata, con governi
sempre più imprevedibili perché determinano le scelte politiche
internazionali a seconda delle questioni locali, a volte per semplici
scadenze elettorali (Erdogan, Trump, ecc.). L'indebolimento, anche
temporaneo, di alcuni paesi crea opportunità per politiche
aggressive di altri paesi.
4. La classe è in movimento!
Anche
qui, i contributi delle sezioni nazionali del Soccorso Rosso hanno
mostrato differenze in una tendenza generale comune: ovunque le masse
si muovono e trovano i modi per lottare:
-
le masse si muovono anche nella loro testa, uno sguardo radicalmente
critico nei confronti del sistema e dei suoi governanti si sta
sviluppando
-
I proletari privati del reddito o super sfruttati lottano . Ci
sono scioperi molto importanti in Italia e un po’ ovunque, nei
settori in cui i lavoratori sono esposti al contagio ( fabbriche,
grandi magazzini, cantieri edili, ecc.)
-
Le masse trovano il modo di esprimere i loro valori ideologici:
dimostrazione di solidarietà con gli operatori sanitari (applausi
dai balconi), assistenza reciproca nei quartieri per aiutare i più
anziani o i più fragili, ecc.
–
Gli strati più
poveri si ribellano (rivolte nelle carceri, atti di
riappropriazione nei supermercati nel sud Italia ...) Naturalmente,
le masse si muovono a partire dal livello di lotta e coscienza che
avevano prima della crisi, con grandi differenze tra i Paesi (tra
Svizzera e Italia per esempio).
Queste
tendenze si svilupperanno con il termine del confinamento. Si dovrà
prestare molta attenzione a questi sviluppi, tenendo presente che non
avverranno meccanicamente e probabilmente anche con aspetti
contraddittori: alcune parti della classe potranno passare
all'offensiva, altre invece restare succubi al richiamo dell'unità
nazionale; le masse possono mobilitarsi contro situazioni economiche
senza per questo arrivare a mobilitarsi su degli aspetti politici
(spionaggio diffuso di telefoni, ecc.), ecc.
5. La borghesia è in difficoltà.
La
crisi, l'esplosione di contraddizioni, l'incompetenza e
l'irresponsabilità di parte degli apparati statali, la messa sotto
accusa dei loro regimi e delle loro politiche precedenti la crisi,
tutto ciò mette la borghesia in difficoltà. Queste difficoltà
evolvono nel tempo: ad esempio, la sua relativa unità sulle forme
iniziali di confinamento si rompe quando si tratta di prolungarlo (le
frazioni borghesi che vogliono riprendere l'attività produttiva,
fanno sempre più pressioni).
Queste difficoltà
sono tanto maggiori
-quanto
più esplodono le sue contraddizioni interne, i suoi strumenti di
concertazione nazionale e sovranazionale si dimostrano fallimentari;
-
La sua posizione di classe e i suoi interessi di classe sono sempre
più evidenti, il che complica l'esercizio del suo potere;
-
Le diversioni reazionarie con cui ha deviato la rabbia delle masse,
come l'attenzione su migranti, non funzionano più. Con la crisi
sanitaria, l'agenda politica dell'estrema destra è scomparsa
dall’attualità.
-
La crisi economica minaccia di approfondirsi all’uscita dal
confinamento, il che peggiorerà ulteriormente contraddizioni di
classe e inter-borghesi. Ovunque la borghesia ha difficoltà a
reagire. Le sue reazioni sono disordinate, febbrili, prende decisioni
contraddittorie, a volte "a sinistra", a volte "a
destra", a volte contrarie a tutto ciò che ha precedentemente
difeso (la Germania che era campione della politica
anti-inflazionistica e che ora consente enormi debiti pubblici).
Questa incapacità generale della borghesia a definire e perseguire
una politica coerente indica anch’essa che l'attuale crisi è una
crisi storica.
6.
La borghesia tenta di reagire
In
maniera sconnessa e con sfumature a seconda dei paesi, le borghesie
nazionali cercano di reagire a tutti i livelli:
-
A livello ideologico con
la parola d’ordine "tutti contro il virus", con la
responsabilizzazione colpevolizzante degli individui, con la volontà
di spaventare quanto ai rischi del coronavirus, rischi che invece non
si agitavano quando in ballo c’erano altri danni mortali ma
compatibili con i suoi profitti (nucleare, amianto, ecc.);
-
A livello economico con un neo-keynesismo in preda al panico e una
massiccia iniezione di denaro a
livello sociale;
il "reddito universale" oggi trova avvocati sostenitori
persino al Financial Times ...
-
A livello di classe pagando la pace sociale (politica efficace al
Nord, e ora progettata al Sud dove sono attualmente in fase di
negoziazione varie forme di integrazione ai redditi)
-
A livello politico e sociale con tentativi, più o meno avanzati a
seconda del paese, per recuperare le iniziative di massa (tentativi
di fare degli applausi ai balconi per gli operatori sanitari, dei
momenti di unione nazionale, ripresa in mano amministrativa delle
iniziative locali di mutualismo e solidarietà, ecc.).
-
In termini di controllo sociale, con lo stato di emergenza, lo
spionaggio di massa della popolazione, l’incoraggiamento alla
delazione, il ricorso all'esercito in diversi paesi, ecc. Ma anche
facendo concessioni (incapace di gestire il sovraffollamento
carcerario in una situazione di pandemia, deve effettuare massicce
liberazioni).
-
A livello di governance, con la costituzione (sotto diversi
appellativi) di "comitati di esperti" (medici, economisti,
ecc.) e la promozione della stessa "governance degli esperti",
che consente ai politici di compensare la mancanza di fiducia e
credito di cui sono oggetto,
e di dare alle misure anti-popolari un aspetto di neutralità scientifica e apolitica (versione, per la crisi in corso, della loro eterna litania: "non c'è alternativa").
e di dare alle misure anti-popolari un aspetto di neutralità scientifica e apolitica (versione, per la crisi in corso, della loro eterna litania: "non c'è alternativa").
-
A livello internazionale con l'abbandono delle politiche di alleanza
e mutualismo (ad esempio nell'UE ma anche nella NATO) a beneficio di
politiche di primato dell’ interesse nazionale, ravvivando
concorrenza, rivalità e competizioni.
7. Passare all'offensiva!
La
borghesia è in una posizione di estrema debolezza, il suo sistema e
i suoi valori sono battuti sul campo, questo crea un'opportunità
storica per la sinistra rivoluzionaria.
Le difficoltà pratiche del confinamento, la preoccupazione di essere responsabili di fronte al rischio di contaminazione, non devono impedirci l'opportunità storica che ci è offerta di far compiere progressi decisivi alla causa rivoluzionaria. Ma per questo noi fare attenzione
Le difficoltà pratiche del confinamento, la preoccupazione di essere responsabili di fronte al rischio di contaminazione, non devono impedirci l'opportunità storica che ci è offerta di far compiere progressi decisivi alla causa rivoluzionaria. Ma per questo noi fare attenzione
quattro
errori:
1
- La pandemia è reale, i decessi sono numerosi, la malattia colpisce
e uccide i più vulnerabili. Il confino, seppur deciso dalla
borghesia, è corretto. È
una crisi enorme e drammatica ma non si deve per questo "sospendere"
l'attività rivoluzionaria (o rimanere confinati su Internet). Le
dimissioni non sono una politica rivoluzionaria. 2- È nostra
morale porre rimedio alle situazioni drammatiche
(economiche e sanitarie) create dalla crisi, e aiutare i più
deboli. Ma se questo fa parte della nostra identità rivoluzionaria,
non è però una politica rivoluzionaria. Dobbiamo valorizzare la
solidarietà, ma non dobbiamo ridurci solo a questo.
3 - Bisogna comprendere e apprezzare le reazioni spontanee delle masse, fare affidamento su di esse, parteciparvi per contribuire alla loro qualità. Ma non dobbiamo andarci a rimorchio, correre dietro: il codismo non è politica rivoluzionaria.
3 - Bisogna comprendere e apprezzare le reazioni spontanee delle masse, fare affidamento su di esse, parteciparvi per contribuire alla loro qualità. Ma non dobbiamo andarci a rimorchio, correre dietro: il codismo non è politica rivoluzionaria.
4
- La situazione è nuova, richiede
nuovi
metodi, nuove comprensioni, nuovi orientamenti. Più che mai
dogmatismo e settarismo sono controproducenti. Le linee si stanno
muovendo. Confinarsi in proposizioni a-storiche non è una politica
rivoluzionaria.
8.
Definire una politica rivoluzionaria
La
questione della debolezza oggettiva delle forze e delle
organizzazioni rivoluzionarie si pone in modo diverso in tempi di
crisi. La crisi funge da moltiplicatore di forza, amplifica
infinitamente le tesi che sono in sintonia con la situazione di
classe. La questione della rivoluzione non è all'ordine del giorno -
la sinistra rivoluzionaria parte da così tanto lontano! - ma ciò
che è all'ordine del giorno, in questa fase che non si concluderà
con il confinamento, è un'occasione eccezionale per far compiere un
grande balzo in avanti alla la causa e alle forze rivoluzionarie.
Dobbiamo avanzare nel comprendere la crisi e le sue conseguenze, dobbiamo guardare senza arroganza né a priori le iniziative delle masse, è necessario pensare a nuovi mezzi, nuovi percorsi, nuovi metodi, a nuove unità.
Dobbiamo avanzare nel comprendere la crisi e le sue conseguenze, dobbiamo guardare senza arroganza né a priori le iniziative delle masse, è necessario pensare a nuovi mezzi, nuovi percorsi, nuovi metodi, a nuove unità.
Significa
pensare in grande, da internazionalisti:
la
crisi è globale, ciò che sta accadendo da una parte del del mondo
tocca il mondo intero. Le masse del mondo affrontano lo stesso
problema e ne prendono coscienza.
Internazionalismo significa anche saper imparare da ciò che sta accadendo in altri paesi, orientamenti e forme di lotta adottati altrove, come quello che facciamo noi nelle Conferenze del SRI.
Internazionalismo significa anche saper imparare da ciò che sta accadendo in altri paesi, orientamenti e forme di lotta adottati altrove, come quello che facciamo noi nelle Conferenze del SRI.
Il
motto di SRI,
"Abbattere
il capitalismo, costruire la solidarietà" è particolarmente
pertinente nell'attuale crisi. Dobbiamo contribuire attivamente alla
solidarietà di massa, all'autodifesa (economico e sanitario)
popolare ma,
al tempo stesso, dobbiamo condurre l'attacco, direttamente e
frontalmente, contro la borghesia e il suo Stato. E questo attacco
deve essere condotto in uno spirito di ampio fronte rivoluzionario,
accettando le differenze (di progetto, strategia, tattica), facendo
convergere gli sforzi sui due assi già citati, e che vanno tenuti
strettamente insieme: sostenere le lotte e iniziative popolari e
attaccare il potere.
Significa non farsi
confinare su Internet,
dobbiamo
trovare il modo di riprendere la strada. Solo in questo modo possiamo
avanzare verso una critica definitiva e di massa del capitalismo,
possiamo entrare in una vera relazione dialettica con i movimenti di
di massa,
possiamo rendere l'alternativa rivoluzionaria un problema di
massa,solo in questo modo possiamo dare alle nostre strutture la
dimensione e la qualità richieste per la prova del fuoco
rivoluzionaria.
Segreteria
del Soccorso Rosso Internazionale,
Bruxelles-Zurigo,
5 aprile 2020