Il 3 gennaio la Digos (polizia
politica) di Torino ha chiesto che si svolgesse una sorveglianza speciale
Della durata di due anni, con
divieto di soggiorno a Torino, da applicare a cinque attivisti della città:
Paolo, Davide, Jak, Eddy e Jacopo. Questi cinque internazionalisti, attivi nel
movimento No-TAV e presso il centro occupato Askatasuna, hanno difeso la
rivoluzione in Rojava come parte del YPG -International.
Questo nuovo attacco contro gli
internazionalisti italiani attesta una svolta, non solo nella politica
italiana, con l'arrivo dell'estrema destra al potere, ma anche nella situazione
in Rojava. La principale minaccia contro il rivoluzionario Rojava non è più il
Califfato di Daesh ma un paese membro della NATO: la Turchia.
Quando solo un anno fa, la Turchia invase il cantone
di Afrin, ha beneficiato della complicità, passiva o attiva, degli USA, della
Russia, della NATO e di tutti i poteri
regionali. Afrin era una delle culle del modello kurdo della democrazia comunista,
ecologista, in difesa delle donne e delle minoranze etniche e religiose.
Migliaia di siriani erano andati lì rifugiati, in fuga dagli abusi degli
islamisti e del regime. I risultati dell'annessione di Afrin da parte della La
Turchia sono: 300.000 rifugiati, 2.000 morti, tutti i diritti politici e
sociali liquidati, e la regione consegnata ai criminali delle milizie islamiste
al servizio di Erdogan.
Oggi la Turchia minaccia di attaccare
altre aree liberate del Rojava e della Siria settentrionale. Malgrado le
difficoltà la guerra popolare promette che continuerà a
contenere Erdogan. La conquista di Afrin da parte dell’esercito turco è stata
difficile e a la resistenza armata continua a colpire quotidianamente gli
occupanti turchi e i loro ausiliari Islamisti.
Il Rojava rivoluzionario deve
essere difeso. Sarà difeso dai suoi abitanti, sarà difeso dal movimento
Curdo, e dovrà essere difeso
anche dalla sinistra rivoluzionaria
europea.
Difendere la rivoluzione del Rojava è di estrema importanza per la
prospettiva rivoluzionaria a livello internazionale. Inoltre, la resistenza del
Rojava al fascismo di Erdogan è una questione centrale di resistenza generale all'ascesa
del fascismo nei paesi imperialisti, in Europa e in Italia.
La solidarietà internazionale con
il Rojava include il miglioramento dell'esperienza degli internazionalisti che
hanno svolto missioni civili e militari, con la difesa di questi internazionalisti oggi
perseguitati in più paesi europei.
La prima udienza contro Paolo, Davide, Jak, Eddy si è tenuta il
23 gennaio ed è stata rinviata per il 25 marzo. Una delegazione
internazionale (Italia, Svizzera e Belgio) del Soccorso Rosso era presente al
presidio di solidarietà fuori dal tribunale. La delegazione internazionale dell’SRI
sarà presente a Torino anche per il prossimo 25 marzo in solidarietà con gli internazionalisti
italiani.
Lotta contro i nemici della rivoluzione in Rojava , qui e dappertutto!
Difendi la rivoluzione del Rojava come parte della resistenza
internazionale contro il fascismo
e come parte della prospettiva rivoluzionaria internazionale!
International Red Aid, 24 gennaio 2019