lunedì 6 agosto 2018

Il padrone ci uccide ancora.

Un altro " incidente", altri lavoratori migranti morti sulla strada del ritorno da una giornata di sfruttamento sotto al sole cocente per raccogliere pomodori. Due incidenti simili, sia nella "meccanica", sia per le storie delle persone coinvolte. Due incidenti mortali in due giorni e 14 le vittime sul campo. Migranti sfruttati e stipati come animali nei furgoni dei caporali fino ai campi di lavoro e poi indietro, verso "casa" fatta di lamiere ammassate o di  tendoni, senza acqua corrente o qualsiasi altro servizio igienico.
Queste sono le condizioni di chi, prima o dopo una giornata di sfruttamento schiavistico, muore rinchiuso in un furgone. Ma, al di la delle loro drammatiche condizioni di vita e al colore della loro pelle, nulla ci differenzia. Le cose che ci uniscono sono molte di più di quelle che ci separano. Ci unisce una cosa tra tutte: la classe sociale! Siamo persone la (maggioranza noi e loro) che per vivere hanno soltanto una cosa da vendere: la propria forza lavoro. Chi compra la nostra forza lavoro non è uguale a noi, appartiene ad un altra classe sociale e i suoi interessi non sono i nostri, dove guadagna lui ci perdiamo noi e viceversa. E allora! Dagli stabilimenti FCA ai cantieri edili, alle campagne del Piemonte o del sud d'Italia il nostro nemico è comune, il nostro nemico è il padrone! Quello che ci licenzia, ci fa morire di cancro o sui ponteggi o, come per i nostri compagni neri, in due furgoni all'andata o al ritorno dai campi!
Ci stringiamo attorno alle famiglie e ai compagni dei proletari morti in quei due maledetti furgoni ma vorrei che ci stringessimo davvero, come classe, come dita di un pugno pronte a colpire!

Un operaio FCA Torino