Note sintetiche come
informazioni essenziali da utilizzare per documenti, comunicati e pubblicazioni di solidarietà, per una campagna internazionale in sostegno dei rivoluzionari prigionieri in 41 bis.
Nadia LIOCE, Marco MEZZASALMA, Roberto
MORANDI. Questi i loro nomi. Nadia, proletaria di Foggia, città del
sud, 61 anni; Marco, tecnico informatico in una grande industria
nella provincia romana, 50 anni inoltrati; Roberto, infermiere in un
ospedale pubblico a Pisa, circa 60 anni. Agli inizi degli anni 90,
organizzati in una struttura denominata Nuclei Comunisti
Combattenti, ripresero il filo rosso politico e organizzativo
della lotta armata in continuità con le BR-PCC, dopo il loro
momentaneo smantellamento alla fine del 1988. Il passaggio del 1988 è molto
importante. Lo smantellamento dell'Organizzazione corrispondeva ad
una reale soluzione di continuità di un ciclo storico. I/le
compagni/e arrestati appartenevano ancora all'onda lunga degli anni
70, ed effettivamente si creo' una situazione di discontinuità
nell'immediato. Cosa che fu sfruttata dalla linea della “soluzione
politica”, ultima edizione di resa e capitolazione. Alcuni eminenti
esponenti delle BR si fecero pure intervistare sulle reti televisive
nazionali, per proclamare che la storia dell'organizzazione e della
lotta armata era finita, che bisognava trovare altre strade.
Discorso disfattista che, proprio in quegli anni, trovava eco nella
dissoluzione dell'Unione Sovietica (e nell'altrettanta pretesa “fine
della Storia”), nel grosso contraccolpo negativo sul piano
ideologico di massa. Precisiamo questo passaggio perché
bisogna cogliere, per contro, tutto il valore che hanno avuto coloro
che, in pesante situazione di minoranza, non cedettero a questo
disfattismo e si fecero carico di riannodare le fila del progetto
rivoluzionario. Solo altri esigui nuclei non avevano abbandonato le
armi e tentavano egualmente, pur se da posizioni differenti (in
particolare chi si rifaceva alla cosi detta “Seconda posizione”
ultima scissione delle BR-PCC), di continuare un percorso di
prospettiva rivoluzionaria. I Nuclei Comunisti Combattenti
furono costituiti da compagni/e relativamente nuovi. Pur avendo
qualcuno/a di loro partecipato alla militanza negli anni 80, non
erano organici alla storia BR. Cio' nonostante, dai primi anni 90
ripresero le tematiche e la linea essenziale delle BR-PCC. Alcune
azioni d'attacco furono realizzate contro gli accordi fra governo,
padronato e sindacati, da un lato, contro l'imperialismo, dall'altro.
In quegli anni non si trattava piu' di praticare e diffondere
iniziativa guerrigliera, per la quale non vi erano forze adeguate.
Né come disponibilità soggettive, né come condizioni e spinte di
classe. Si trattava piuttosto di mantenere viva questa presenza,
rivoluzionaria armata, sopratutto in termini politici. E cosi fu.
Perché per quanto le iniziative fossero scarse, estemporanee, esse
insieme al costante lavoro di progettualità ed organizzazione
politico-militare (che, bisogna ricordarlo, è molto impegnativo e
carico di responsabilità, diventa scelta di vita), mantennero
questa presenza seppur carsica, underground.Sarà poi nel 1999
che i NCC decisero un gran salto politico. Decisero di passare al
livello massimo di azione, attaccando il governo, nella persona di
una figura tecnica operante alla stesura dei testi legislativi volti
alla precarizzazione del lavoro, all'aggressione alle condizioni
contrattuali e ai diritti del proletariato. In virtu' di questo
salto, si assunsero anche la responsabilità di riprendere la sigla
storica, BR-PCC. Quest'operazione fu
ovviamente di ampia portata, per tutta una fase rianimo' l'istanza
rivoluzionaria sulla scena politica pubblica. Peraltro avveniva nel
contesto di fortissime tensioni, il governo italiano impegnato sia in
quest'opera di demolizione sociale sia nell'aggressione imperialista
alla Jugoslavia. Cio' che provocava una notevole ripresa di movimenti
e mobilitazioni proletarie. L'Organizzazione
continuo' poi ad operare per altri 4 anni, passando per un paio di
momenti forti: un attacco esplosivo ad un Centro di coordinamento
imperialista italo-statunitense, e un'ulteriore esecuzione di altro
consigliere governativo, di analogo spessore che il precedente, nel
marzo 2002. Il
grande limite di tutto il coraggioso percorso fu la scarsa dinamica
politica-organizzative interna alla classe. La quale reagiva certo
anche con simpatia, ma non era in condizione, visti i suoi livelli di
lotta e coscienza di classe arretrati rispetto alle esigenze dello
scontro, di interagire con l'Organizzazione. Questa d'altronde era
la grande questione che l'altro percorso fondamentale dell'epoca -
quello che dalla Seconda posizione porterà al progetto di PCP-M -
cercherà di affrontare in modo differente e piu' profondo.Cosi si giunse agli
arresti del 2003, allo smantellamento della struttura essenziale
delle BR-PCC. Ed è qui che si
vede tutta l'importanza che lo Stato dà all'istanza rivoluzionaria:
il trattamento carcerario estremamente duro, sempre finalizzato sia a
spezzare i/le prigionieri/e, a farli capitolare; sia come deterrente
terroristico verso la classe in generale. Ai/le compagni/e delle
BR-PCC viene riservato il trattamento piu' feroce, il 41bis, proprio
come rappresaglia verso il loro livello di attacco. Agli altri/e,
sempre di Organizzazioni armate – PCP-M, gruppi anarchici, e
prigionieri/e dagli anni 80 – le sezioni di Alta sicurezza,
finalizzate sopratutto all'isolamento politico. La resistenza
dei/le compagni/e, in tutti questi anni (talvolta decenni), è
notevole. Rari i casi di dissociazione, molto forte la tenuta sui
termini politici-ideologici fondamentali. Anche in carcere si
continua a far vivere la tendenza rivoluzionaria, con l'esempio di
una tale determinazione e con il contributo al dibattito, alla
riformulazione di progettualità. D'altra parte un filo rosso delle
principali Organizzazioni continua a svilupparsi, seppur in certe
fasi, come già detto,in modo carsico, underground. A noi tutti/e il
saper valorizzare e sviluppare questi fondamentali contributi, il
riuscire a ricomporre le resistenze trasformandole di nuovo in forza
rivoluzionaria. Il 41 bis applicato ai tre compagni delle BRpcc Indirizzi di militanti rivoluzionari prigionieri in Italia da
Proletari Torinesi per SRI dicembre 2018