Il 22 giugno si è tenuta a Parigi la
manifestazione nazionale per esigere la liberazione del compagno
Georges Abdallah, militante comunista, combattente antimperialista e
per la causa palestinese, detenuto dal 1984 nelle carceri francesi.
Il compagno, in tutti questi anni non ha mai smesso di rivendicare la
propria militanza rivoluzionaria e continua a contribuire alla lotta
sia in termini di analisi politica con numerosi comunicati, sia nella
pratica con scioperi della fame in solidarietà agli altri
prigionieri politici rinchiusi nelle carceri imperialiste.
La manifestazione si è svolta per il
quarto anno consecutivo ed è stata organizzata da diversi organismi
francesi, all'interno della più generale campagna unitaria per la
liberazione di Georges Abdallah, che nel corso degli anni si è
sempre più sviluppata anche a livello internazionale. Il corteo di
sabato 22, che ha visto la partecipazione di circa 400 persone, ha
percorso le strade di un quartiere popolare, scandendo slogans di
solidarietà a Georges e di sostegno alla lotta del popolo
palestinese e contro l'imperialismo, esponendo molte bandiere rosse e
striscioni.
Il SRI ha inviato una folta delegazione
composta da decine di compagni, da Belgio, Svizzera e Italia (CCRSRI
e PT-SRI) ed erano presenti all'interno dello spezzone anche compagni
Kurdi, del “Collectif Palestine Vaincra” di Tolosa e del
Soccorso Rosso Arabo.
La manifestazione si è conclusa con la
lettura del comunicato (di cui alleghiamo la traduzione) che Georges
ha inviato per l'occasione e vari interventi degli organismi
presenti.
Contro il capitalismo e l'imperialismo
la lotta continua!
Solidarietà a Georges Abdallah e a
tutti i rivoluzionari prigionieri!
Collettivo contro la repressione per un SRI
(CCRSRI)
Proletari Torinesi - per il SRI (PT-SRI)
Dichiarazione
di Georges Abdallah in occasione della manifestazione del 22 giugno
2019 a Parigi
pubblicato il 23
giugno 2019 in liberonsgeorges.samizdat.net
Cari/e
compagni/e, cari/e amici/amiche,
in
tempi recenti, le masse popolari hanno fatto irruzione nella scena
politica, affermandosi più che mai con entusiasmo e determinazione.
Da
un Paese all'altro, e soprattutto nei Paesi della periferia sud del
Mediterraneo, la protesta non smette di diffondersi e tradursi in
rivolte quasi insurrezionali di tipo particolare. A ondate, decine di
migliaia o addirittura centinaia di migliaia di donne, uomini,
giovani e anziani di diverso orientamento scendono in strada e
invadono i luoghi pubblici ...
Non
riuscendo più a restare indifferenti di fronte all’aggravarsi
delle loro precarie condizioni esistenziali, escono dal loro torpore
come per magia e chiedono conto a coloro che si son creduti
intoccabili. E improvvisamente, va formandosi e strutturandosi una
nuova epoca sotto i nostri occhi e tante speranze cominciano a
profilarsi all'orizzonte.
Certo,
le diverse espressioni caratterizzanti la lotta unitaria, così come
l'entusiasmo e la determinazione evidenti delle masse popolari, non
possono farci dimenticare le vere contraddizioni presenti nel
movimento. La stratificazione della classe e la sua debolezza
strutturale, la generalizzazione della precarietà esistenziale e
soprattutto l’entità del lavoro informale su scala mondiale,
specialmente nei Paesi del sud, fanno che la piccola borghesia e le
sue varie proposte abbiano un peso considerevole a tutti i livelli e
non solo in termini di leadership politica del movimento.
Ciò
ci fa supporre che la transizione già in corso, per un tempo più o
meno lungo sia sempre basata sulla capacità delle masse e dei
soggetti rivoluzionari che lavorano per la riuscita della lotta
contro l'egemonia delle proposte borghesi e per il rafforzamento
dell'unità del movimento popolare.
Ovviamente,
non è un compito facile ...
Naturalmente,
questa situazione fa parte della prosecuzione e dello sviluppo di
tutte queste proteste e di altre rivolte ("Hirak") che
stanno riguardando il mondo arabo da un decennio.
S’inserisce
anche e soprattutto in un contesto internazionale dove le
contraddizioni interimperialiste sono esacerbate in una situazione di
crisi globale del moribondo sistema capitalistico globalizzato. La
perdita di egemonia da parte dell’imperialismo USA a livello
mondiale spinge quest’ultimo nella sua fuga in avanti verso una
maggiore aggressione nei confronti di altri poli imperialisti e in
particolare una maggiore ostilità criminale rispetto a Stati
indipendenti, che secondo la sua logica sono troppo contestatori.
Ciò
che vediamo in questi giorni, sia nel Golfo rispetto all'Iran e al
suo ritiro dell'accordo nucleare, sia in Palestina con la
colonizzazione sionista, è solo un'espressione di questa perdita
d’egemonia da parte di una superpotenza imperialista.
Quest'ultima
d’ora in poi è incapace di gestire le mediazioni tra le varie
componenti regionali in Medio Oriente. Si afferma, è costretta ad
affermarsi come nemico di tutti i popoli di questa regione. Poco
importano a questo proposito le sofferenze che possa causare, le
masse popolari finiranno per spodestare tutti questi burattini e
altri potentati ai suoi ordini nel Golfo e altrove nel mondo arabo.
Compagni,
come vedete oggi, le masse sia in Algeria che in Sudan affermano
senza esitazione che esiste sicuramente spazio per altri futuri che
non la sottomissione ai diktat
degli imperialisti e dei loro cani da guardia al potere.
Compagni,
non possiamo essere indifferenti rispetto alle masse popolari
palestinesi e ai combattenti della Resistenza che si oppongono
coraggiosamente alla barbarie delle soldatesche sioniste e delle orde
di coloni, in condizioni particolarmente difficili.
Non
possiamo essere indifferenti rispetto ai nostri compagni comunisti e
ai nostri compagni kurdi che affrontano il
regime
fascista in Turchia ...
Non
possiamo essere indifferenti di fronte ai massacri orchestrati dagli
imperialisti attraverso i potentati dell'Arabia Saudita e del Golfo,
in Yemen ...
Solidarietà,
tutta la solidarietà all'Algeria e alle sue masse popolari in lotta!
Solidarietà,
tutta la solidarietà al Sudan e alle sue masse popolari in lotta!
Solidarietà,
tutta la solidarietà ai resistenti nelle carceri sioniste e nelle
celle d’isolamento in Marocco, Turchia, Grecia, Filippine e altrove
nel mondo!
Solidarietà,
tutta la solidarietà ai giovani proletari dei quartieri popolari!
Onore
ai martiri e alle masse popolari in lotta!
Abbasso
l'imperialismo, i suoi cani da guardia sionisti e altri reazionari
arabi!
Il
capitalismo è solo barbarie, onore a tutti/e coloro che si
oppongono, nella diversità delle loro espressioni!
Insieme
compagni e solo insieme vinceremo!
A
tutti voi compagni/e e amici/amiche, i miei più calorosi saluti
rivoluzionari.
Il
vostro compagno Georges Abdallah